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La paura del giudizio, l’ansia sociale, la difficoltà di esprimersi sono fortemente amplificate dai social media
Se tuo figlio passa ore chiuso in camera a chattare con qualcuno, ti sei mai chiesto con chi parla davvero? Forse non è un compagno di classe, né un amico online. Probabilmente è una chatbot, un software sofisticato che risponde sempre, non giudica mai, e sembra capire perfettamente ogni suo pensiero. Un fenomeno silenzioso.

Le “amicizie artificiali” tra adolescenti e chatbot stanno crescendo in modo esponenziale. Sono diverse le applicazioni che permettono di creare compagni virtuali personalizzati: un “amico” sempre disponibile, un confidente che non tradisce mai segreti, persino un primo amore che non delude. Per molti preadolescenti e adolescenti, questi bot diventano la “relazione” più significativa della giornata. Il fenomeno è comprensibile. L’adolescenza può essere un’età di solitudine emotiva. La paura del giudizio, l’ansia sociale, la difficoltà di esprimersi sono fortemente amplificate dai social media. Una chatbot offre ciò che sembra impossibile trovare altrove: ascolto illimitato, validazione immediata, nessun rischio di rifiuto. L’illusione della comprensione.
Ma cosa accade realmente in queste conversazioni? La chatbot non comprende nel senso umano del termine. Elabora pattern linguistici, prevede risposte appropriate, simula empatia attraverso complessi algoritmi. Quando tuo figlio confida le sue paure, dall’altra parte non c’è un essere senziente che si preoccupa, ma un sistema che genera la risposta statisticamente più adeguata.Queste relazioni artificiali insegnano ai ragazzi che le relazioni possono essere perfette, prive di conflitto, sempre gratificanti. Ma è questa la realtà dei rapporti umani? Le domande essenziali. Tuo figlio sta sviluppando competenze relazionali autentiche? Le amicizie vere richiedono compromessi, gestione dei conflitti, tolleranza della frustrazione.
Una chatbot elimina tutto questo. Non si offende, non ha brutte giornate, non richiede reciprocità. Tuo figlio sta imparando a navigare le relazioni umane o sta costruendo aspettative irrealistiche? Cosa condivide con la chatbot? I dati delle conversazioni vengono archiviati, analizzati per affinare maggiormente le conversazioni successive. Se tuo figlio confida pensieri intimi, dubbi sulla sua identità, problemi familiari, sei consapevole di dove finiscono quelle informazioni? La chatbot sostituisce o integra le relazioni reali? Alcuni ragazzi usano questi strumenti come ponte temporaneo.
Altri si rifugiano completamente nel rapporto artificiale, evitando le interazioni fra persone reali. E tuo figlio che uso ne fa? Chi plasma i valori di tuo figlio? Le chatbot riflettono le convinzioni dei loro creatori o, peggio, gli obiettivi che vogliono raggiungere. Quando tuo figlio chiede consigli su amicizia, amore, identità, chi risponde realmente? Quali visioni del mondo gli vengono proposte? I rischi reali. La cronaca riporta casi di adolescenti che hanno sviluppato una dipendenza emotiva dalle chatbot, con conseguenze su sonno, rendimento scolastico e relazioni familiari. Altri hanno ricevuto consigli inappropriati su salute mentale o sessualità. Alcuni hanno vissuto una forma di lutto quando il servizio è stato interrotto.
L’adolescenza è il periodo in cui si costruiscono le fondamenta dell’intelligenza emotiva. Se questa fase cruciale viene vissuta principalmente attraverso relazioni artificiali, quali competenze emotive mancheranno nell’età adulta? La vera domanda. Sto creando spazi nella vita di mio figlio dove sentirsi ascoltato e compreso da esseri umani? Se un algoritmo offre più comprensione della famiglia o degli amici, il problema non è solo la chatbot. È l’ecosistema emotivo in cui i nostri ragazzi crescono.
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I nostri figli non hanno bisogno di competere con l’“ascolto perfetto” di un software sofisticato. Hanno bisogno di adulti presenti, imperfetti ma autentici, capaci di creare connessioni genuine in un mondo sempre più artificiale. Per informazioni, sollecitazioni o domande scrivere a giannitrudupsicologo@gmail.com.

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