Avvenire di Calabria

Intervista al consigliere metropolitano delegato all'ambiente e al ciclo integrato di rifiuti e acqua

Gestione rifiuti e acqua, Fuda: «Il dialogo prima di tutto»

Per l'esponente della città metropolitana il passaggio della gestione dalle Ato alla Regione deve coinvolgere maggiormente gli enti territoriali

di Francesco Chindemi

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Il passaggio dagli Ato a un’unica autorità regionale per la gestione integrata di rifiuti e acqua non sembra affatto semplice. L’iter sta incontrando una serie di ostacoli alla luce delle perplessità sollevate dai territori. Ma non mancano spiragli.

Rifiuti e acqua, intervista al consigliere delegato Salvatore Fuda

L’autorità unica per la gestione dei rifiuti e delle acque voluta dalla Regione non convince del tutto gli enti territoriali.


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«Un accentramento che va quasi oltre le competenze della Regione che dovrebbe, invece, svolgere una funzione di indirizzo», afferma Salvatore Fuda, sindaco di Gioiosa Jonica e consigliere metropolitano con delega all’ambiente e al ciclo integrato di rifiuti e acqua.

Si è aperto un fronte di polemica?

Su questioni delicate, come acqua e rifiuti, c’è necessità di un minimo di confronto. Altrimenti non se ne esce.

Mesi fa ha dichiarato, nello specifico per il settore rifiuti, che per migliorare il sistema di raccolta in Calabria non serve l’Ato unico. Lo pensa ancora?

Credo che avrebbero potuto continuare ad operare gli attuali Ambiti territoriali ottimali. In particolare quello della città metropolitana meriterebbe un discorso a parte rispetto alle altre province calabresi.

Perché?

Nel reggino c’è l’unico impianto di termovalorizzazione della regione che serve anche le altre realtà calabresi. Garantire alla metrocity la gestione avrebbe avvantaggiato senza dubbio il nostro territorio sul piano tariffario. Dal primo gennaio, con il passaggio della gestione in capo alla Regione, non è più possibile.

Il vostro lavoro a quali risultati ha portato?

Il nostro piano d’ambito è stato preso a modello dal commissario di Arrical per la definizione del nuovo sistema regionale. Abbiamo, inoltre, evitato buchi creditizi responsabilizzando i comuni. Dal buco di oltre 200 milioni di euro lasciato, tre anni fa, dalla Regione, oggi restano da incassare solo 5 milioni su 60 versati dagli enti.

Un’opportunità persa?

Ciò che funzionava è stato smontato. In fase di definizione della legge di riordino, come Metrocity ci eravamo proposti di dare un apporto al sistema regionale, forte della presenza di un Ufficio pianificazione strategica della Gestione del ciclo integrale dei rifiuti, organizzato e unico tra le province calabresi.

Insomma ci si aspettava maggiore dialogo con la Regione?

La Regione con la città metropolitana dovrebbe trovare un punto di incontro come avviene altrove. Noi, per la nostra, abbiamo fatto il possibile, lasciando degli impianti efficienti.

Quindi cosa chiedete?

Da una parte che la città metropolitana eserciti le sue funzioni nell’organizzazione e nella gestione dei servizi come è previsto dalla normativa, dall’altra che i comuni siano maggiormente e direttamente coinvolti nei processi decisionali in atto. Insomma, che abbiano voce in capitolo.

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