Avvenire di Calabria

Gioco d’azzardo. Lo Stato si assuma le sue responsabilità

Diffusi i dati: il 10% del reddito pro-capite è 'bruciato' nelle slot o nel gaming online.

Luciano Squillaci

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Lo Stato deve assumersi la responsabilità civile e legislativa di intervenire repentinamente per fermare questo scandalo annunciato e sotto gli occhi di tutti. Sono anni che lanciamo l’allarme, vedendo l’aumento dei nostri servizi dedicati al recupero dei giocatori d’azzardo patologico dovuto alle numerose e crescenti richieste di aiuto. I dati riportati sono quindi terribili, ma non sono una novità. Per creare un giocatore d’azzardo patologico basta una slot, un pc, un cellulare, ma per farlo uscire dal tunnel della dipendenza serve un intervento specializzato e la presa di coscienza di tutta la Comunità. Io vengo da un piccolo paese della Calabria, Melito di Porto Salvo, con una popolazione di 11.260 abitanti e un reddito pro capite pari a 15.664 euro. Leggo in questa inchiesta che le giocate pro-capite nel 2016 sono state di 1.105 euro, ovvero il 10% bruciato nelle slot. C’è un rischio da monitorare: una ‘competizione’ tra lo Stato e le mafie, ovvero tra un sistema regolarizzato e un sistema ‘sommerso’, irregolare, uniti da un obiettivo: arricchirsi sulla fragilità delle persone, ‘giocare’ sulla facile e illusoria idea che basta grattare un biglietto per risolvere i problemi della vita. Per questo motivo, aspettiamo con ansia il decreto sul riordino del gioco d’azzardo e siamo pronti a collaborare per iniziare a ragionare su percorsi di prevenzione organici, strutturali e con finanziamenti stabili.

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