Avvenire di Calabria

Oggi si celebra la Giornata internazionale delle Ostetriche: una professione che aiuta e tutale la vita che nasce

Una giornata per ricordare l’impegno delle ostetriche a favore della vita

Oltre le commemorazioni, è doveroso ricordare l'impegno costante delle professioniste anche presso il nosocomio reggino

di Redazione Web

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Oggi si celebra la Giornata internazionale delle Ostetriche: una professione che aiuta e tutale la vita che nasce. Oltre le commemorazioni, è doveroso ricordare l'impegno costante delle professioniste anche presso il nosocomio reggino.

Giornata internazionale delle Ostetriche, perché festeggiarla?

Istituita nel 1987 dalla International Confederation of Midwives (ICM, Confederazione internazionale ostetriche), la Giornata internazionale dell’Ostetrica viene celebrata il 5 maggio di ogni anno accompagnata da uno slogan che ne identifica la tematica prescelta.


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La Giornata internazionale dell'Ostetrica dell'anno 2023 ha come tema “Together again: from evidence to reality” un cenno al prossimo 33° Congresso Triennale ICM, dove la comunità globale di ostetriche si riunirà per la prima volta in più di cinque anni.

In questa giornata la FNOPO intende dare la massima diffusione alle iniziative programmate dagli OPO e dalla comunità delle Ostetriche attraverso apposita sezione del sito istituzionale e pagina Facebook con l’utilizzo dell’hashtag ufficiale #IDM2023.


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«Come ostetriche,- spiega Silvia Vaccari, presidente della Federazione nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) - accompagniamo le donne in ogni loro percorso di salute, e insieme a loro abbiamo un’occasione unica per conoscerci e per costruire relazioni di fiducia reciproca attraverso l’esperienza della gravidanza, del travaglio, del parto, post partum, puerperio, e in tutto il percorso di vita delle donne».

Prosegue Vaccari: «Attraverso tutte queste conoscenze che nascono già dalla nascita e proseguono con la formazione nelle scuole, negli spazi giovani all’interno del Consultorio, fino all’accompagnamento all’età più matura, le ostetriche rivestono e acquisiscono il ruolo di professionista a cui affidarsi sia per le famiglie che per l’intera comunità, donne ed ostetriche in sinergia per cercare di garantire salute, per combattere la denatalità che ci sta affliggendo. La nostra guida è l’Empatia che ci consente di accogliere tutte le donne con consapevolezza, conoscenza e responsabilità».

«Nonostante gli importanti progressi, è indubbio che la professione ostetrica - sottolinea la guida della FNOPO - abbia ancora molti obiettivi da raggiungere per poter pienamente garantire alle donne esiti di salute e assistenza sempre più adeguati, ad esempio rispettando la fisiologia della gravidanza con la contestuale riduzione sia della sua medicalizzazione sia del ricorso al taglio cesareo. L’assistenza sul territorio, inoltre, sarà il vero banco di prova per il nuovo modo di “proporre e produrre salute”, infatti è solo intercettando i bisogni e dando loro risposte adeguate che si può migliorare la qualità di vita e di salute delle donne, le quali troppo spesso affrontano un profondo senso di solitudine».

«Le Ostetriche lo sanno, ci sono e contribuiranno proattivamente al raggiungimento dell’Obiettivo: “La sicurezza e la soddisfazione delle persone assistite”» conclude Vaccari.


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«Essere ostetrica per me significa provare una sorta di dipendenza dal rumore del monitor che registra il battito del cuore di quell’esserino custodito nel ventre della sua mamma, significa stringere quelle mani che durante il travaglio chiedono aiuto e chiedono conforto, significa avere la disinvoltura(che, a volte, non so nemmeno di avere) di instaurare un rapporto intimo e diretto con una coppia con i propri vissuti in davvero pochissimo tempo, significa avere pazienza in ogni momento del travaglio, significa guidare due occhi imploranti, spaventati ed increduli nel momento decisivo del parto, quello in cui, dopo tanta fatica, si fa la conoscenza di quel frugoletto morbido e dolce, significa essere la prima che accoglie tra le sue braccia il miracolo della vita e capisce, ogni volta, di essere la persona più fortunata del mondo» spiega una giovane ostetrica Monica Gatti.

«Il mio essere ostetrica e il dedicarmi tanto a questa passione e a questa missione, perché è così che la considero più che un lavoro, - prosegue Gatti - mi ha messo e mi mette ogni giorno di fronte a tante rinunce che, nella maggior parte dei casi, coinvolgono la mia famiglia, quella che mi sono costruita».

«Essere ostetrica significa andare a lavorare nel weekend o nelle feste quando vorresti solo trascorrere del tempo con tuo marito e i tuoi figli, significa accettare il fatto che il tuo figlio più grande quando non ci sei non voglia venire al telefono a salutarti perché è arrabbiato con te, significa lasciare il tuo figlio più piccolo che ti guarda con due occhioni umidi mentre esci dalla porta perché devi andare a  fare il turno di notte, significa essere attiva e pimpante per tuo marito e per i tuoi bambini che richiedono attenzioni anche se hai smontato da una notte epocale in cui non hai avuto neanche due minuti per sederti, significa prendere un treno d’estate e raggiungere la gioia della tua vita che sgambetta in riva al mare e riuscire a stare insieme anche solo 24 ore…Sono tante le rinunce che devo affrontare ogni giorno, ma le faccio, seppur a malincuore a volte, perché voglio essere li, - conclude - voglio vivere quelle emozioni, voglio inondarmi di tutto ciò che le mamme inconsapevolmente mi sanno donare».

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