Avvenire di Calabria

È giunto al 45esimo anno l'appuntamento di riflessione e preghiera promosso dalla Conferenze episcopale italiana

No alla cultura della morte: oggi è la Giornata nazionale della vita

Il tema scelto quest'anno dai vescovi italiani: «La morte non è mai una soluzione»

di Redazione Web

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Oggi, come ogni prima domenica di febbraio da 45 anni a questa parte, la Chiesa italiana celebra la Giornata nazionale per la vita. Un appuntamento che su proposta della Conferenza episcopale italiana si rinnova dal 1978, anno di istituzione. Il tema scelto quest’anno: «La morte non è mai una soluzione».

Giornata della vita, cosa si celebra

La Giornata nazionale per la vita, fin dalla sua prima edizione, è un’occasione di preghiera e sensibilizzazione sulle tematiche relative a difesa della vita e aiuto alla maternità. Protagoniste della Giornata, come sempre, sono le parrocchie dove la «cultura della vita» viene coltivata come alternativa radicale a quella di morte. Una cultura, purtroppo, sempre più diffusa anche alla luce dell’attuale momento storico, segnato sempre più da distruzione e morte.


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Contrastare il propagarsi del «contagio» della cultura di morte è lo spirito che anima la preghiera e la riflessione di quest’anno proposta dai vescovi italiani. Si parte dalla vita di ogni giorno, fino agli interessi più grandi che portano ai conflitti tra popoli e al tragico scenario a cui quotidianamente assistiamo.

Il messagio dei vescovi italiani

Forte la denuncia dei vescovi italiani nel loro messaggio per la Giornata della vita. «In questo nostro tempo, quando l’esistenza si fa complessa e impegnativa, quando sembra che la sfida sia insuperabile e il peso insopportabile, sempre più spesso – scrivono – si approda a una “soluzione” drammatica: dare la morte».

Nel testo, la Cei osserva come «il produrre morte stia progressivamente diventando una risposta pronta, economica e immediata a una serie di problemi personali e sociali». Dietro questa presunta “soluzione” - la denuncia – «è possibile riconoscere importanti interessi economici e ideologie che si spacciano per ragionevoli e misericordiose, mentre non lo sono affatto».

Nel messaggio si stila un ampio elenco di tali atteggiamenti, riferiti al quotidiano. Da ricorso all’aborto, al suicidio assistito. Alla violenza che uccide chi si credeva di amare. Alla morte ingiusta. Fino alla denuncia più strettamente riferita al tragico scenario attuale, ossia il ricorso, «quando si acuiscono le ragioni di conflitto tra i popoli», sempre più spesso alla «soluzione della guerra» da parte di «potenti e mercanti di morte». Così, poco a poco, la “cultura di morte” si diffonde e ci contagia».

La “cultura di morte”: una questione seria

Dare la morte come soluzione, ancora i vescovi, «pone una seria questione etica, poiché mette in discussione il valore della vita e della persona umana. Alla fondamentale fiducia nella vita e nella sua bontà – per i credenti radicata nella fede – che spinge a scorgere possibilità e valori in ogni condizione dell’esistenza, si sostituisce la superbia di giudicare se e quando una vita, foss’anche la propria, risulti degna di essere vissuta, arrogandosi il diritto di porle fine».

Da qui la preoccupazione nel «constatare come ai grandi progressi della scienza e della tecnica, che mettono in condizione di manipolare ed estinguere la vita in modo sempre più rapido e massivo, non corrisponda un’adeguata riflessione sul mistero del nascere e del morire, di cui non siamo evidentemente padroni»

Giornata per la vita, rinnovare l’impegno

La Giornata per la vita, è l’auspicio, «rinnovi l’adesione dei cattolici al “Vangelo della vita”, l’impegno a smascherare la “cultura di morte”, la capacità di promuovere e sostenere azioni concrete a difesa della vita, mobilitando sempre maggiori energie e risorse».


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Questo appuntamento, dunque, l’auspicio dei vescovi «rinvigorisca una carità che sappia farsi preghiera e azione: anelito e annuncio della pienezza di vita che Dio desidera per i suoi figli; stile di vita coniugale, familiare, ecclesiale e sociale, capace di seminare bene, gioia e speranza anche quando si è circondati da ombre di morte».

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