Avvenire di Calabria

Oggi è la Giornata mondiale delle persone con disabilità, l'occasione per proporre testimonianze non solo di servizio, ma anche di vita

Disabilità, Maria Teresa Arcadi (Unitalsi): «Abbattiamo le barriere invisibili, testimoniando prossimità e condivisione»

La presidente della Sottosezione di Reggio Calabria condivide la sua esperienza e lancia a tutti un messaggio: «Usciamo fuori dal nostro ego»

di Davide Imeneo

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In occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità, che si celebra oggi, abbiamo intervistato la presidente Unitalsi sottosezione di Reggio Calabria, Maria Teresa Arcadi. Ha condiviso la sua testimonianza con i lettori del nostro settimanale, Avvenire di Calabria. Ve la proponiamo.

Disabilità, la testimonianza di Maria Teresa Arcadi (Unitalsi)

Maria Teresa Arcadi, giovane volontaria e presidente della sottosezione Unitalsi di Reggio Calabria, ci ha spiegato che per comprendere il servizio ai disabili nel nostro tempo «è fondamentale comprendere quali sono state le conseguenze che il Covid ci ha lasciato in eredità, e per conseguenze non mi riferisco a ciò che riguarda l’ambito sanitario, quanto più al dilagare di un individualismo generalizzato che, ahimè, colpisce ogni settore e ogni contesto socioculturale».

👇 Ascolta l'episodio di oggi del Podcast Good Morning Calabria con Maria Teresa Arcadi 🎧

Se ci pensiamo, prosegue la Arcadi «l’uomo che nel 2020 sperava di poter tornare ad abbracciare il più presto possibile, nel 2024 si riscopre invece egoriferito, e ciò ricade penosamente su coloro per cui la solitudine, il più delle volte, non è una scelta». Il senso, dunque, secondo la presidente, «risiede nell’abbattimento delle barriere invisibili, ritornando a vivere la bellezza e la condivisione, la gioia del paziente ascolto, diventando testimoni di prossimità in cui il nostro prossimo non è tale per la sua condizione di disabilità, ma in quanto fratello di un unico Padre».

Lei perché ha scelto di far parte dell’Unitalsi?

Unitalsi è nella mia famiglia da tre generazioni: mia nonna e mia madre erano unitalsiane, e io sono appunto la terza generazione. Ho sentito dentro di me la chiamata e la risposta a questa domanda. Unitalsi non si sceglie: penso che sia Dio a sceglierti per questo servizio.



Quali sono le attività che proponete come Unitalsi di Reggio Calabria?

Le attività di Unitalsi a Reggio Calabria sono tante e diversificate, così da permettere ai nostri amici speciali di vivere nel modo più normale possibile – normale ovviamente tra virgolette – ma soprattutto di vivere esperienze che altrimenti non avrebbero potuto fare. Abbiamo un calendario molto ricco: innanzitutto i nostri pellegrinaggi di giugno e di settembre, i pellegrinaggi a Lourdes, e adesso sta partendo un pellegrinaggio per Fatima e Santiago.


PER APPROFONDIRE: Disabilità, quelle esperienze che preparano al “dopo di noi”


L’anno prossimo saremo a Roma per il Giubileo, e poi tantissime altre attività sul territorio. Per esempio, settimana scorsa siamo stati al circo; domani, invece, saremo invitati alla prima partita del campionato di basket in carrozzina. Inoltre, organizziamo attività come i laboratori creativi, le visite al museo, il cinema e tante altre iniziative.

Ci può raccontare un episodio che le è rimasto impresso durante il suo servizio di volontariato?

Gli episodi che mi sono rimasti impressi sono tanti, ma più che altro mi sono rimaste impresse le emozioni fortissime che ho vissuto in quei momenti, momenti in cui ho sentito davvero di stare fianco a fianco con Gesù Cristo. Per esempio, ricordo di aver accompagnato una ragazza molto giovane, forse più piccola di me – io ho 36 anni, quindi questa ragazza poteva averne 28 o 29 – in carrozzina. L’ho accompagnata alle piscine di Lourdes. Ricordo di essere entrata con lei: lì ti spogli e metti l’anima davvero davanti a Dio, perché davanti a Dio si va nudi. Vivi l’amore incondizionato del Creatore, ed è meraviglioso perché entri in connessione con l’anima della persona che ti è accanto. Non la vedi più nella sua disabilità, ma nella sua forza, nella sua fede. Queste sono esperienze indimenticabili che solo un servizio del genere ti può dare.

Cosa significa per voi accompagnare i disabili e gli ammalati davanti alla grotta di Lourdes?

Questa domanda, per me che sono volontaria Unitalsi e ho avuto la possibilità di raggiungere la grotta di Lourdes, mi permette di rispondere dicendo che è veramente il senso di tutto quello che facciamo: donare speranza, gioia, amore a queste persone. Questo è il significato. È una profonda gratitudine nei confronti del Padre per averci chiamato a svolgere questo servizio.

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