Avvenire di Calabria

Il procuratore antimafia lancia l'allarme: ''Gli Stati comunitari sottovalutano il fenomeno mafioso''

Gratteri: ”L’Europa è il supermarket della ‘ndrangheta”

Redazione Web

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E’ una vera e propria lezione sul contrasto alle mafie ed in particolare alla ‘ndrangheta quella impartita da Nicola Gratteri nel corso del programma “Otto e mezzo”. Ospite di Lilli Gruber su La7, il procuratore antimafia affronta diversi argomenti e bacchetta l’Europa sul delicato tema del controllo del territorio e del riciclaggio del denaro sporco. “L’Europa – afferma – è diventata un grande supermercato in cui le mafie reinvestono comprando tutto ciò che possono comprare tramite i profitti del traffico di cocaina”.

 
Per il procuratore antimafia di Catanzaro la legislazione antimafia italiana e all’avanguardia ma in Europa guardano ad altro. “L’ultima volta che in Europa si è discusso di uniformare il sistema giudiziario – sottolinea – si è ipotizzato di adeguarsi al sistema Lettone, ma vi rendete conto? Si perderebbero cento anni di leggi contro la mafia. Le norme migliori sono sempre scaturite dai momenti più dolorosi della lotta contro la mafia, all’indomani delle stragi. Se si volessero davvero omologare i sistemi giudiziari il punto di partenza sul quale costruire il nuovo impianto normativo non potrebbe essere che l’antimafia italiana”. E che in Europa non abbiano ben capito cosa sia la mafia lo si capisce dal caso Provenzano e dalla recente condanna dell’Italia da parte del Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per il carcere duro. “Provenzano negli ultimi anni non è stato in carcere, ma è stato in una clinica dove è stato curato meglio di qualunque altro cittadino. Ciò che l’Europa non capisce è che un capomafia come Provenzano, che non si è mai pentito, comanda anche solo con gli occhi, è per questo che gli si deve impedire di avere contatti con l’esterno. Resterà pericoloso fino alla morte”.
 
Quanto al contrasto della criminalità organizzata in Italia da parte del governo gialloverde, Gratteri aspetta i fatti: “Non vedo Salvini impegnato contro la mafia come lo è contro l’immigrazione. Di contrasto alla mafia ancora non ho sentito parlare. L’immigrazione, però, non si combatte efficacemente limitandosi a mettere un tappo sulle spiagge, ma bisogna andare in Libia con i servizi segreti e in Italia contrastare la mafia che fa dei migranti un business, come è successo al Cara di Crotone”. Quanto al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dice di averlo incontrato due o tre volte: “Una persona gentilissima, quasi imbarazzante per la sua umiltà. So che è un professore universitario a contratto ma io sono abituato a valutare i risultati e ancora non ce ne sono soprattutto sul piano delle norme”.

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