Avvenire di Calabria

Il commento del Procuratore che ha condotto l'inchiesta ''Farmabusiness'' che ha portato all'arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria

Gratteri: «Tallini, anello di congiunzione tra clan e politica»

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite di Rainews24 commenta l’operazione culminata con gli arresti domiciliari del presidente del Consiglio Regionale, Mimmo Tallini. “È una situazione che denunciamo da anni cioè il rapporto sempre più stretto tra i candidati alle elezioni e le organizzazioni mafiosi e criminali di una certa importanza" dice il magistrato.

La conferenza. Nel corso di una conferenza stampa in modalità telematica sono stati diffusi i particolari dell'inchiesta che ha svelato un presunto legame tra la cosca Grande Aracri e la distribuzione dei farmaci. Il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ha spiegato: "L'indagine è importante ed è stata fatta sul campo. Sotto inchiesta, una famiglia di 'ndrangheta di serie A. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato: sono felice di lavorare con questi uomini con serietà e anche affetto. Sono dei giovani che lavorano notte e giorno per noi con entusiasmo perché sanno che fanno parte di una grande squadra".

L'aggiunto Vincenzo Capomolla ha precisato: "Emerge uno spaccato del carattere tentacolare dell’organizzazione di 'ndrangheta Grande Aracri dotata di una capacità pervasiva di condizionare la vita pubblica. Gli esiti di questa attività di indagine hanno dato conto delle iniziative imprenditoriali su settori particolarmente redditizi. La figura istutizionale attinta dall’odierna misura che ha trovato un anello di congiungione con un altro soggetto, un imprenditore di Catanzaro capace di relazionarsi con esponenti della politica e della criminalità organizzata catanzarese e di Cutro. C’è tutta una rete di soggetti che ruota intorno alla cosca".

L'investigatore Antonio Montanaro si è soffermato sulla operatività della cosca Grande Aracri, anche definendo nuovi assetti dopo operazioni che avevano colpito esponenti di vertice. "È emerso come le articolazioni della 'ndrangheta si muovevano su due distinti binari: il controllo del territorio e le infiltrazioni di carattere imprenditoriale. E di questo ci siamo occupati approfondendo la vicenda per l’avvio di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all'ingrosso di prodotti medicinali, farmaci da banco e prodotti parafarmaceutici con la realizzazione di una fitta rete in franchising di farmacie e parafarmacie. Dal 2016 abbiamo documentato una 20ina di farmacie in Calabria, alcune in Puglia e una anche in Emilia Romagna".

Da quanto riferito in conferenza, centrale la figura del presidente del Consiglio regionale (ai domiciliari), Domenico Tallini, che avrebbe assicurato alla consorteria mafiosa il supporto per accelerare l'iter burocratico per l'ottenimento di autorizzazioni per l'avvio delle attività, quindi in una fase iniziale nella progettualità. Grazie a lui - è emerso durante la conferenza stampa - "sarebbero state superate difficoltà amministrative e burocratiche che stavano avvenendo nell’avvio della società e di un capannone dove stoccare i prodotti, in cambio di un sostegno elettorale nel novembre 2014".  Ricostruiti anche episodi intimidatori e di disponibilità di armi.

Per Danilo Cimicata, del comando provinciale dei carabinieri di Crotone: "Fondamentale è stato anche il ruolo ricoperto delle donne che permettono continuità quando i capi sono detenuti. Sono il tramite con esponenti in carcere, si fanno carico di recuperare crediti mancati per farli confluire nella bacinella. Molti vedono le donne rimaste fuori dal carcere come un punto di riferimento". In manette sono finite anche la moglie del capo cosca e la figlia.

Articoli Correlati