Caporalato: diocesi Latina, l’11 novembre conferenza su “Quale lavoro per un settore agro-alimentare che cambia”
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Sembra inarrestabile l’ondata di violenza ad Haiti. Ieri gruppi armati hanno attaccato la località costiera di Arcahaie, circa 40 chilometri a nord-ovest della capitale di Haiti, sparando alle persone e incendiando le case, mentre è ancora viva l’impressione per il massacro di 155 persone nel dipartimento centrale di Artibonite.
In questo contesto, c’è fortissima preoccupazione, da parte delle organizzazioni internazionali e non governative, per i minori. Ieri è intervenuta Amnesty International, la quale ha denunciato che migliaia di bambini sono vittime della violenza delle bande armate e dell’impunità dei responsabili, secondo la direttrice per le Americhe, Ana Piquer, la quale ha affermato che “la violenza ad Haiti è devastante e i bambini haitiani ne stanno pagando il prezzo. Abbiamo documentato storie strazianti di bambini costretti a lavorare per bande armate, dalle consegne alla raccolta di informazioni e alle faccende domestiche sotto la minaccia della violenza. Inoltre, le ragazze sono state sottoposte a stupri e violenze sessuali”. Mercoledì, in un articolato rapporto, era stato l’ong Human Rights Watch a denunciare il dramma dei minori haitiani. I gruppi criminali, secondo l’ong, “hanno aumentato il reclutamento di bambini in risposta alle operazioni della Missione multinazionale di supporto alla sicurezza e della Polizia nazionale di Haiti, secondo le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani locali e internazionali”.
“Con poche possibilità di sopravvivenza, molti bambini di Haiti sono attratti dai gruppi criminali, dove si dedicano ad attività illegali e corrono gravi rischi”, ha dichiarato Nathalye Cotrino, ricercatrice della divisione Crisi, conflitti e armi di Human Rights Watch. Durante una visita a Port-au-Prince nel luglio 2024, l’ong ha intervistato 58 persone, tra cui minori associati a gruppi criminali, operatori umanitari e dei diritti umani, diplomatici, rappresentanti della società civile haitiana e agenzie delle Nazioni Unite. I ricercatori hanno incontrato anche funzionari del Governo di transizione, tra cui il primo ministro, i ministri della Giustizia e degli Affari esteri, il presidente del Consiglio presidenziale di transizione, il direttore della polizia e il comandante della Missione multilaterale. I gruppi criminali controllano quasi l’80% della capitale Port-au-Prince e della sua area metropolitana e si stanno espandendo in altre zone. Secondo l’Unicef, circa 2,7 milioni di persone, tra cui mezzo milione di bambini e adolescenti, vivono sotto il loro controllo. Sebbene non siano disponibili cifre ufficiali, le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani e i funzionari governativi stimano che almeno il 30% dei membri dei gruppi criminali siano minorenni.
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Tags: Agensir