Avvenire di Calabria

Inclinazioni e attitudini, formazione e socialità: sono alcuni dei fattori considerati per scegliere l’indirizzo di studio

I genitori sulle iscrizioni: «L’ultima parola ai figli»

Tatiana Muraca

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L’entusiasmo iniziale provato dagli studenti che durante il lockdown di marzo si sono ritrovati a doversi adattare ad una nuova modalità di didattica, a distanza, sta lasciando il posto alla stanchezza. Secondo quanto emerge da alcune testimonianze di genitori che vivono la realtà scolastica dei propri figli a Reggio Calabria in tempo di Covid, la didattica in presenza non solo è preferibile alle piattaforme, ma altamente auspicata dagli stessi mamma e papà. La paura, però, rimane. In tutto ciò, si deve considerare anche il periodo attuale, in cui genitori e figli stanno affrontando la scelta delle scuole da frequentare il prossimo anno, orientati dagli Open Day, molti dei quali in modalità online. Giusy Cuzzola è mamma di un ragazzo di 13 anni che frequenterà il Classico, Convitto Nazionale “Tommaso Campanella”. «In famiglia, abbiamo cercato di capire ed incoraggiare le predisposizioni di mio figlio. Ritengo che lo studio delle materie classiche coltivi e maturi il pensiero logico, calpestato dalle nuove tecnologie». Ernestina Mazza, mamma di tre figli di 5, 13 e 18 anni, ha davanti a sé scelte ben differenti tra loro. «Mio figlio ha sempre frequentato la mensa, ferma a causa del Covid – ci dice Ernestina - ha un valore aggiunto per la crescita e la maturazione del bimbo a tavola». Per quanto riguarda la scelta della scuola media, Ernestina si trova a condividere con sua figlia inclinazioni ed attitudini, che ad oggi le scuole possono al meglio coltivare in base alla “curvatura”: giuridico-economica, linguistica, musicale, bio-medica. Il ventaglio delle scelte si fa sempre più ampio, con i suoi pro e i contro: «Parlando anche con gli insegnanti, le linee guida rimangono quelle tradizionali, che preferisco di gran lunga albusiness” moderno». Nella scelta dell’università, infine, influisce maggiormente l’emergenza sanitaria in atto. Non per niente, Ernestina e sua figlia stanno prendendo in considerazione l’opzione di una permanenza temporanea qui vicino, o a Reggio o a Messina, almeno per la triennale. Beniamino Azzarà è un papà che ha aiutato il figlio ad iscriversi alle scuole medie. «Si passa dall’ambiente ovattato delle elementari ad un altro completamente nuovo. Abbiamo cercato una scuola idonea dal punto di vita della preparazione e della socialità». Lo Spanò-Bolani sembra essere il meglio per questa famiglia, e secondo le parole di Beniamino, che lavora nel campo dell’informatica, il ritorno in presenza è «lo strumento di base che vince di gran lunga sull’aiuto che comunque danno le piattaforme». Tutti questi genitori, inoltre, sono favorevoli all’insegnamento della religione cattolica a scuola, valore aggiunto al percorso formativo che già i bambini compiono nelle parrocchie.

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