Avvenire di Calabria

Avvenire, oggi in edicola, lancia questa indiscrezione: sarebbe pronto un emendamento per mitigare le misure annunciate

Il Governo vira: messe ‘aperte’ già dal 10 maggio, ma all’aperto?

Redazione Web

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Accanto alla «libertà di culto» c'è in gioco il primato della politica. Almeno così sono convinti i componenti del Governo che hanno chiesto al premier Conte di fare un passo indietro rispetto al "no" categorico alle messe col popolo sul territorio nazionale. È indubbio che l'intervento deciso della Cei ha fatto emergere le differenze di visione all'interno della maggioranza con alcune componenti - come svela oggi Avvenire in edicola - stanno richiedendo una revisione immediata delle disposizioni, già a partire dal 4 maggio.

 
C'è già chi indica una data per il ritorno a messa da parte dei fedeli: domenica 10 maggio. Una data di svolta, probabilmente. La tesi che circola è di agevolare - dove possibile - le celebrazioni all'aperto. Certamente si dovrà partecipare indossando i dispositivi di sicurezza individuale (guanti e mascherina) e saranno riprese alcune accortezze già applicate nelle settimane antecedenti al lockdown.
 
Non si tratta soltanto di "voci", ma di veri e propri annunci. È stato lo stesso premier a parlare di un protocollo da stilare, di concerto con la Cei, e che - giurano da Palazzo Chigi - sarà pronto entro il 18 maggio. Questione di giorni, forse di ore, invece, per la soluzione temporanea delle celebrazioni eucaristiche all'aperto (che varrebbe per le messe domenicali del 10 e 17 maggio). La decisione passa dall'ammorbidire le posizioni del Comitato tecnico-scientifico che vorrebbe contenere al massimo le ipotesi di assembramenti. Ecco le prime prospettive che emergono rispetto al nuovo protocollo: dall’obbligo di guanti e mascherine, al contingentamento degli ingressi (una persona per banco oppure un calcolo in base ai metri quadri dell’edificio), alla sospensione del segno della pace e dell’uso delle acquasantiere, fino alle modalità della Comunione (ritenuta momento “rischioso” per il contatto fra fedeli e celebrante). 
 
Insomma, Conte e il ministro alla Famiglia, Bonetti (Italia Viva), stanno mitigando le resistenze del Ministero della Salute, Comitato tecnico-scientifico e un'ala del Movimento Cinquestelle. D'altro canto sarebbe già pronto un emendamento del Pd per mitigare le resitrizioni rispetto alla celebrazione delle messe col popolo.
 
Stamattina, intanto, il Santo Padre durante l'omelia della messa celebrata a Santa Marta ha detto come «In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni». Una frase estrapolata da alcuni media - nel concetto di "obbedienza alle disposizioni" - per far intendere un richiamo del Papa alla Chiesa italiana. In realtà, fonti vaticane confermano come il pontefice tramite la Segreteria di Stato della Santa Sede stia seguendo con grande attenzione l'evolversi della vicenda avendo, da subito, supportato l'intervento della Conferenza episcopale italiana che in questo periodo di lockdown si è dimostrata comprensiva e collaborativa con le istanze del Governo.

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