Avvenire di Calabria

Gaetano Antonio Martino è un medico di base reggino. Gli abbiamo chiesto come sta vivendo la sua professione durante l’epoca pandemica

Il medico di base: «Sistema in tilt, la prossimità è la cura»

di Federico Minniti

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Gaetano Antonio Martino è un medico di base reggino. Gli abbiamo chiesto come sta vivendo la sua professione durante l’epoca pandemica.

Come è cambiata la vostra vita?
Con la pandemia, tutto il sistema sanitario è andato in tilt e noi medici di famiglia che, da sempre, siamo la prima linea, siamo stati sommersi da richieste di chiarimenti e di supporto da parte dei pazienti. In un clima di crescente paura e di instabilità, anche la gestione delle patologie croniche è diventata più complicata e siamo invasi continuamente da richieste di aiuto che, pur lavorando fino a 12 ore al giorno, non sempre riusciamo a soddisfare! Come Medici di medicina generale (Mmg) abbiamo vissuto inizialmente la difficoltà di interfacciarci con le Usca ed ultimamente ci è toccato l’arduo compito di guidare i pazienti giorno dopo giorno in questa improvvisata prima fase della campagna vaccinale.

Le farmacie possono essere il luogo delle vaccinazioni?
Sono favorevole alla possibilità di sottoporre i pazienti alla vaccinazione anti Sars-Cov2 nelle farmacie, purché le stesse abbiano i requisiti minimi strutturali dei locali e soddisfino alle opportune misure per garantire la sicurezza dei nostri assistiti; questo ci permetterebbe infatti di creare più punti di vaccinazione e di abbreviare i tempi di attesa ottimizzando la copertura vaccinale della popolazione.

Quali sono le richieste che arrivano al suo studio?
In questa fase della pandemia sempre più incentrata sulla campagna vaccinale, le richieste dei pazienti riguardano soprattutto la tipologia dei vaccini disponibili, le modalità ed i tempi della loro somministrazione, la loro sicurezza ed efficacia e le paure sui possibili effetti collaterali e sulle reazioni avverse, timori incrementati da una informazione non sempre esaustiva, che crea allarmismo e che rischia di compromettere l’adesione dei pazienti alla campagna vaccinale.

Ha avuto modo di parlare con qualche paziente scettico sull’utilità dei vaccini?
Vista la percentuale alta di decessi giornalmente registrati in Italia e nel mondo, l’unica “arma” al momento disponibile è il vaccino, benché non siano esenti da rischi, come è stato evidenziato anche da eventi di cronaca che hanno avuto ampia risonanza mediatica. Tutti i vaccini approvati attualmente dall’Ema (Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson& Johnson) sono stati approvati per la loro capacità di prevenire la malattia sintomatica da Covid-19. Nonostante abbiano diverse percentuali di efficacia contro i sintomi (95% Pfizer e Moderna, 60-80 % AstraZeneca e Johnson& Johnson) tutti proteggono praticamente al 100% contro la forma grave e la morte.

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