Avvenire di Calabria

Nei giorni scorsi sono state consegnate all'impresa esecutrice le aree di cantiere in cui sorgerà l'opera di Zaha Hadid

Il Museo del Mare, dal sogno alla realtà: «Simbolo di rinascita per Reggio Calabria»

Parla l'assessore Carmelo Romeo: «Opera avveniristica, punto di riferimento per il Mediterraneo e simbolo di sviluppo per la città»

di Francesco Chindemi

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Dopo anni di attesa, il progetto visionario dell'architetta Zaha Hadid prende finalmente forma: il 22 febbraio verrà posata la prima pietra del Museo del Mare di Reggio Calabria. Con un investimento senza precedenti di 121 milioni di euro, l'opera sarà un punto di riferimento culturale ed economico per l’intero Mezzogiorno.

Il Museo del Mare, il 22 febbraio la posa della prima pietra

Il progetto, che sorgerà tra l'area portuale e il lungomare Italo Falcomatà, è stato inserito nel 2021 dal Ministero della Cultura tra i 14 attrattori culturali nazionali, ricevendo un primo finanziamento di 53 milioni di euro, poi aumentato a 61 milioni. Nel 2024, grazie alla programmazione Pn Metro Plus, si sono aggiunti ulteriori 60 milioni di fondi europei, portando l’investimento complessivo a 121 milioni di euro.



«Quello che per anni è stato solo un bellissimo render, a breve sarà realtà! Il sogno di Zaha Hadid si concretizzerà il prossimo 22 febbraio con la posa della prima pietra del Museo del Mare». È quanto afferma il sindaco di Reggio Calabria dando notizia dell'avvio del cantiere dell'imponente opera pubblica tra l'area portuale ed il Lungomare Italo Falcomatà di Reggio Calabria.

Intervista all'assessore Carmelo Romeo: «Un vero e proprio polo culturale nel cuore del Mediterraneo»

«Venerdì scorso, insieme alla direzione lavori dello studio Zaha Hadid, abbiamo consegnato le aree di cantiere all’impresa Cobar Spa, avviando ufficialmente la fase esecutiva del Museo del Mare». Carmelo Romeo, assessore alla Programmazione Comunitaria con delega al Museo del Mare del Comune di Reggio Calabria, non nasconde l’emozione, nell’illustrare in esclusiva - ad Avvenire di Calabria - la road map dei prossimi mesi.

Come sarà il Muse del Mare: un render del progetto del Museo del Mare con vista sullo Stretto e sull'Etna

«Il primo lotto, denominato “lotto zero”, spiega, prevede la cantierizzazione dell’area, la sistemazione del fronte mare, la protezione costiera e le demolizioni preliminari. Un passo concreto che, oltre al valore architettonico e culturale, avrà ricadute economiche e occupazionali per la città».

Quanto durerà questa fase?

La stima è di circa sette mesi. È una fase importante, anche dal punto di vista economico: prevede interventi per circa 6 milioni di euro, all’interno del progetto complessivo che ammonta, come ricorderete, a 120 milioni di euro complessivi, ottenuti grazie al Pnrr, ma anche attraverso il programma PnMetroPlus.


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L’avvio del cantiere rappresenta per noi un risultato straordinario: negli anni scorsi abbiamo affrontato molte difficoltà e un forte scetticismo sulla possibilità di realizzare il progetto. In tanti dicevano: “Bel progetto, ma non si farà mai”. Con la consegna delle aree e l’ingresso della Cobar in cantiere, abbiamo superato questa fase di incertezza.

Adesso, abbiamo detto, inizia la fase operativa: cosa verrà realizzato in questi primi sette mesi?

Saranno realizzate le opere di protezione a mare, posizionati gli scogli e recintata l’area del Museo del Mare, oltre alla demolizione di alcuni silos e strutture obsolete. Finora ci siamo concentrati sugli aspetti burocratici, ora vogliamo aprire un confronto sulla sua identità e sui contenuti. Il Museo del Mare non sarà solo un’opera architettonica da ammirare, ma un polo culturale con un acquario, un centro congressi e spazi espositivi. Nei prossimi mesi sarà fondamentale coinvolgere la città per definirne il ruolo nel panorama culturale locale, internazionale e del Mediterraneo.

Il MAXXI di Roma può essere modello di riferimento?

Più che un modello, il MAXXI può essere considerato un punto di confronto significativo per il Museo del Mare, poiché entrambi condividono il linguaggio architettonico di Zaha Hadid. Abbiamo instaurato un dialogo, avviato incontri istituzionali e ospitato la sua presidenza. Questa collaborazione potrebbe essere preziosa per Reggio Calabria, soprattutto per le mostre temporanee, considerando il ruolo del Maxxi a livello internazionale. Tuttavia, questi sono ancora discorsi in fase preliminare. Finora il dibattito si è fermato sul dubbio che l’opera partisse davvero, adesso è il momento di definirne l’identità e il valore culturale.

Il progetto ha coinvolto anche professionisti locali: quanto è stato importante?

Lo studio di Zaha Hadid ha coinvolto alcuni professionisti del territorio nello sviluppo del progetto, valorizzando le competenze locali. Quando si riesce a integrare risorse del posto in un’opera così importante, è sempre un valore aggiunto, sia in termini di qualità che di crescita economica. Grazie al protocollo di legalità sottoscritto con la Prefettura, l’auspicio è che la Cobar possa impiegare numerosi lavoratori reggini nei cantieri del Museo del Mare, garantendo occupazione per quattro anni e successivamente nella gestione della struttura, nei servizi museali e nell’acquario.

Ci sono rischi che il progetto subisca ritardi o che diventi un’incompiuta?

Abbiamo lavorato con attenzione per prevenire ritardi, cercando di essere il più precisi possibile in ogni fase. Sappiamo che negli appalti pubblici possono sempre verificarsi imprevisti, per questo, nel 2023, abbiamo sottoscritto con la Prefettura, il ministro Piantedosi, l’Anac e altre sigle un protocollo di legalità per garantire massima trasparenza e monitoraggio costante su un progetto di rilevanza nazionale e internazionale come il Museo del Mare. Il nostro obiettivo non è solo completare l’opera, ma farlo nel miglior modo possibile, affinché l’opera di Zaha Hadid diventi un autentico simbolo per Reggio Calabria e per l’intera regione.

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