Avvenire di Calabria

Il saluto di don Polimeni alla parrocchia della Cattedrale

La celebrazione di commiato ed il ricordo di chi ha lavorato con lui con un ringraziamento speciale racchiuso in tre parole: «Dono, dedizione, discrezione».

Antonia Cogliandro

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Trentasei anni racchiusi in un solo giorno, una domenica di inizio ottobre nella quale tutta la comunità parrocchiale della Cattedrale si è ritrovata a salutare il suo amato parroco, don Gianni Polimeni, chiamato a proseguire la sua missione sacerdotale nella rettoria della Chiesa di Maria SS. Annunziata. Uno spazio ristretto ma vissuto appieno, ritmato dalla celebrazione parrocchiale mattutina, dalla supplica mariana, l’abituale recita serale del Rosario davanti alla sacra effigie della Madre della Consolazione, infine la festa comunitaria. Non è una domenica come tutte le altre: l’atmosfera festosa della basilica straordinariamente gremita è congelata nella commozione generale, in quell’altalenare di sentimenti contrastanti, di gioia e mestizia insieme, che la musica che si diffonde dal grande organo e dai canti della corale parrocchiale “Maria SS. Assunta”, prezioso frutto della cura di don Gianni per la liturgia e del suo amore per la musica, non riesce a velare. A salutare don Gianni ci sono i bambini di un tempo, divenuti genitori e talora anche nonni, generazioni cresciute con la sua paterna e amorevole guida nel cortile del duomo, nelle due associazioni dell’Agesci e dell’Azione Cattolica, ci sono i parrocchiani e gli amici di sempre, ma soprattutto i tantissimi fedeli di quella che è una chiesa dalla duplice realtà, parrocchiale e diocesana. Intorno a quell’altare, che don Gianni ha definito la sua grande “ricchezza” di sacerdote, ci sono i ministranti Valerio De Leo, Pietro Mundo e Marco Gattuso, gli accoliti Domenico Fiaschè, Nino Gattuso, Tommaso Pulitanò, Franco Caruso, i diaconi storici Enzo Petrolino e Pasquale Procopio, e Nino Quaresima, che ha festeggiato da poco il suo primo anno di ordinazione, don Paolo Ielo, altro figlio della parrocchia, tutti sono frutti del suo proficuo ministero. Gli occhi dell’assemblea sono inchiodati più che mai sull’altare basilicale, simbolo di quel Sacrificio che è centro e sorgente della vita di comunione nella fede, nella consapevolezza dolce e amara insieme che quel che resta come dono, per ciascuno, della sua lunga presenza, non sarà mai tolto. Ecco che allora è arrivato il momento di stringersi tutti in un abbraccio filiale, esprimendogli la profonda gratitudine per quel suo modo particolare di stare accanto ad ognuno, come pastore, come padre, come fratello, come amico.

Trentasei anni sono racchiusi in tre parole, con le quali il diacono Enzo Petrolino, che da più di 25 anni svolge il suo ministero in Cattedrale, ha espresso il suo grazie a don Gianni: “tre parole che iniziano con la D di Dio Padre: Dono, Dedizione, Discrezione. Dono perché hai fatto dono della tua giovane vita al Signore nella scelta di seguirlo incondizionatamente, all’età di appena 28 anni, unico figlio maschio, e anche un bel giovane! Dedizione perché hai dedicato tutto a Lui senza riserve, con la tua autenticità di sacerdote e la preghiera vera protagonista. Hai portato la tua parola in luoghi e contesti non usuali, come tra gli ammalati nell’UNITALSI, sei stato l’amico “vero”, quello che vuole quel bene che viene dal Signore che è il nostro bene. Discrezione perché ci hai accompagnato in questi lunghi anni con una presenza costante e discreta, facendo tue le nostre gioie e le nostre speranze, facendo tuoi i nostri dolori e i nostri problemi. In punta di piedi sei entrato nelle nostre case, in punta di piedi sei entrato nei nostri cuori e li hai conquistati. L'ascolto, con una particolare attenzione all'altro, è stata la tua arma vincente. E poi, la tua genuina tenerezza per i bambini, ricordavi tutti i loro nomi. Per queste qualità, e per il tuo impegno ci sentiamo privilegiati per averti incontrato e per la grande unione che si era creata tra te e questa comunità, che sicuramente continuerà a lavorare e soprattutto a pregare secondo il tuo stile di vita di parroco, di assistente, di vicario che è stato dono, dedizione discrezione”.

Trentasei anni racchiusi nel saluto improvvisato e commosso dell’arcivescovo, che ha colto di sorpresa persino don Gianni, declinando un ringraziamento “per tutto il servizio che hai reso in questa Cattedrale e per essermi stato vicino come vicario in questi sei anni, per la lealtà, la dedizione, l’amore, la pazienza. Ti auguriamo di poter continuare con altra forma ma con la stessa dedizione e dolcezza d’animo che ti ha contraddistinto in questi lunghissimi anni di servizio pastorale. Questa delicatezza d’animo che conquista è il ricordo più bello che tu lasci a tutti noi”.

Trentasei anni raccontati nel saluto e ringraziamento che, a nome di tutta la comunità, ha espresso la presidente dell’Azione Cattolica “San Paolo al Duomo” Maria Arcudi: “Ognuno di noi, socio di Azione Cattolica e non, ha imparato e attinto dal Suo esempio, ciò che serve per vivere la missione a cui siamo chiamati: l’umiltà, la discrezione, l’impegno a vivere con amore e dedizione il nostro essere cristiani nella quotidianità delle nostre vite e la testimonianza di vivere con fedeltà i valori e gli insegnamenti del Vangelo. Ognuno di noi porterà sempre nel cuore il suo affetto, il suo sorriso, le sue benedizioni e il ricordo di un santo sacerdote”.

 

Alla fine è toccato a don Gianni congedarsi da tutti con un ringraziamento che non ha dimenticato nessuno dei suoi collaboratori alla cura della Cattedrale, dai sacristi Roger e la fam. Barillà “già da 22 anni fedeli custodi di questo sacro tempio nella testimonianza di una vita cristiana vissuta sinceramente”, al servizio liturgico, “per la preziosa e silenziosa collaborazione che le suore figlie di San Giuseppe offrono con amore”, ai contabili, alle associazioni “senza le quali poco fruttuosa sarebbe stata l’azione pastorale”, agli organismi di partecipazione ecclesiale, ai collaboratori della Caritas, alla associazione polisportiva, alle “realtà spirituali da poco nate, i Gruppi di preghiera di Padre Pio e i Cenacoli di Natuzza”, che adesso rappresentano una parte preziosa della sua eredità. “A tutti i fedeli, parrocchiani e non, che da altre parti della diocesi venite in questa Cattedrale, particolarmente in questo periodo mariano – ha concluso don Gianni - grazie a tutti. Vi voglio bene. Pregate per me!”.

“Caro don Gianni dirti grazie è dire grazie a Dio che si è preso cura di noi affidandoci per un tratto di camnino a te suo ministro perchè sei stato segno e strumento della presenza di Dio in mezzo a noi, una presenza amica, gratuita, fatta di amabilità e generosa dedizione, una presenza di fratello e padre che con la sua testimonianza di vita lascia un forte segno nella grande famiglia parrocchiale. Non importa dove e quando si serve Dio nei suoi figli e nostri fratelli, tutto è grazia, lo è stato per te e per noi e continui a esserlo nel prosieguo della tua missione sacerdotale”: sono le parole di Mariella Romeo, sua storica collaboratrice, quelle con le quali esprimere da parte di tutti: Auguri don Gianni!

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