La sessione ordinaria del Congresso dei cardinali e dei vescovi della Congregazione delle cause dei Santi, lo scorso 26 marzo 2019 ha dato parere favorevole sulle virtù eroiche della Serva di Dio Gaetana Tolomeo, laica, nata a Catanzaro, il 10 aprile 1936 e morta nel capoluogo calabrese il 24 gennaio 1997.
Il relativo decreto è stato sottoposto al giudizio del Santo Padre Papa Francesco, il quale il 6 aprile 2019 ha autorizzato la Congregazione ad emetterlo in via definitiva. Gaetania Tolomeo, da tutti conosciuta come Nuccia ha vissuto una vita semplice, ordinaria, costretta a una forzata immobilità per una paralisi progressiva e deformante fin dalla nascita. È stata sempre su una poltroncina o a letto in tutto dipendente dagli altri. Educata cristianamente, ha maturato la coscienza del suo stato in una visione di fede e ha trovato in Gesù Crocifisso le motivazioni per cantare la vita. Regalava a chi la andava a visitare una testimonianza di coraggio, di fortezza e un sorriso, che trovava nell’amore di Dio la sola giustificazione. Al suo angelo custode aveva dato il nome Sorriso. E il sorriso era diventato per lei il modo di essere.
Soprattutto negli ultimi tre anni della sua vita, alle tante persone che le telefonavano o le scrivevano da tutta Italia raccontandole le loro miserie, lei offriva un ascolto empatico, inviava il suo angelo Sorriso, assicurava la sua preghiera e l’offerta della sua sofferenza, e infine incoraggiava a riporre nei Cuori di Gesù e Maria tutta la loro speranza. Nuccia è un fatto culturale: è una sfida che sconvolge, stimola, interpella e invita a ripensare il senso della vita e, soprattutto, il senso della sofferenza: «Sono Nuccia, ho 60 anni, tutti trascorsi su un letto; – era solita dire – il mio corpo è contorto, in tutto devo dipendere dagli altri, ma il mio spirito è rimasto giovane. Il segreto della mia giovinezza e della mia gioia di vivere è Gesù».