Avvenire di Calabria

Suor Teresa Beltrano ci racconta le emozioni della riapertura dopo il lockdown: le librerie sono tra le prima attività a ospitare gli italiani all'inizio della fase due

La libraia: «Riapriamo le porte a chi cerca profumo di libertà»

Redazione Web

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di Teresa Beltrano * - In questo tempo, così inaspettato e per certi versi indefinibile, molti settori della nostra vita sociale ed economica hanno dovuto e sono stati costretti, per il coronavirus, a chiudere le porte delle loro attività commerciali o di servizio, per il bene della salute propria e altrui. Sono rimaste aperte le attività di beni essenziali, come i supermercati, ecc., ma non le librerie. Le librerie non sono rientrate in questa categoria, benché abbiamo aderito alla chiusura, senza ma e senza sé, mi sono chiesta se un libro non è un bene - non dico essenziale pari al cibo - ma altrettanto sostanziale per nutrire la mente, il cuore e l’anima. Un libro, come la musica, l’arte e ogni forma di espressione creativa, è sempre stato un bene importante per la nostra crescita, per la nostra identità personale, sociale, culturale e cristiana. Ricordo molto bene quando la sera dell’undici marzo scorso abbiamo seguito, con trepidazione e molta attenzione, la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, trasmessa in streaming, in cui il Presidente del Consiglio dei ministri emanava il decreto di chiusura delle attività commerciali per tutta la Nazione allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del covid-19 che purtroppo aveva già fatto molte vittime.

Da giorni eravamo coinvolti emotivamente, psicologicamente e fisicamente per tutto quello che stava succedendo in Lombardia, nel Veneto e in Emilia Romagna. Il loro dolore è stato il dolore di una Nazione intera! Li, davanti allo schermo della tv, quella sera, abbiamo capito che anche le nostre librerie, come tutte le librerie d’Italia, dovevano essere chiuse, a cominciare dal mattino del 12 marzo scorso.

Chiudere le porte delle nostre librerie non è stato facile, ma l’abbiamo fatto a nome di una comune responsabilità e obbedendo al decreto ministeriale, per la salute di tutti. Il bene più grande è, e rimane, sempre quello della vita umana. Molte librerie fisiche di sono attrezzate per poter offrire a loro clienti una selezione di novità, l’opportunità di spedire libri a casa... Anche noi l’abbiamo fatto quando qualcuno dei nostri amici ha avuto bisogno di qualche libro. Il nostro Store on line, (Paolinestore), ha lavorato h24 e continua a farlo, per poter servire e raggiungere chi in questo tempo, tra le tante cose da fare in casa, ha scelto la lettura, e i libri per grandi e piccoli. Purtroppo la chiusura delle librerie coinvolge tutto un settore che da tempo è in crisi. Ma in nome di una passione, di una missione e di una convinzione profonda la librerie con i propri librai restano un faro importante nelle nostre città. Noi Paoline che viviamo la libreria come missione, come una forma importante di comunicazione umana e del Vangelo da più di cento anni, cerchiamo di resistere e di esserci! Leggevo un’intervista al presidente dell’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi che affermava: “La crisi è profonda perché tocca tutti, dagli autori e dagli editori sino ai punti vendita finali. È grave, non solo per i primi dati sulle vendite, ma per le onde lunghe, oggi largamente imprevedibili e che, se non contrastate, potrebbero seguire: calo dei consumi, delle prenotazioni, delle tirature, delle novità. Con un impatto pesante sulla lettura, costante emergenza nazionale”. Purtroppo le librerie sono in crisi, perché è in crisi la cultura del libro e della lettura in generale. Non sono i grandi store che hanno fatto concorrenza a decretare la crisi del mercato del libro. In realtà la libreria è da vivere, da ascoltare, da toccare e da assaporare, cosa che non potrà mai offrire uno store. La libreria è fatta di librai e di persone che consigliano, ascoltano, orientano che fanno da mediatori tra l’editore, l’autore e il testo! È fatta, la libreria, da chi la frequenta che l’arricchisce con la propria esperienza, conoscenza e ricerca! Ecco cosa ci è mancato in questo tempo di isolamento e di chiusura. Le nostre librerie sono luoghi familiari, in cui ci si incontra per ritrovarsi, per scambiarsi esperienze e vissuti umani e spirituali. Luoghi di formazione e non solo scaffali di libri o audiovisivi! Noi continuiamo a credere nel bene della lettura, nel valore della libreria fisica come luogo di incontro, di relazioni, di volti da ascoltare di persone con nome e cognome, di persone con le loro storie che da anni frequentano le nostre librerie e che sono parte di noi… La libreria non è un “negozio” come gli altri, la libreria paolina è un luogo abitato da persone che cercano nei libri, nei loro contenuti e in noi, conforto, speranza, cultura, alimentazione di fede e di ricerca. Dunque si cerca quel pane fresco che fa sì che ogni mattina riapriamo le nostre porte e facciamo sentire il profumo dei libri. Quel profumo speciale che presto si potrà ancora sentire, rispettando il protocollo di sicurezza, e si potrà così continuare a sperare che il libro è un pane buono.
 
* Suora Paolina

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