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«Ho seguito con partecipazione l’intervista concessa a Fabio Fazio, in cui papa Francesco ha manifestato il suo grande amore per la musica e il tango». Colpito dalle parole del Pontefice, domenica scorsa, in diretta sul terzo canale della Rai, il collezionista reggino di grammofoni antichi e incisioni in 78 giri, Giuseppe Nicolò si dice onorato e felice di poter omaggiare il Santo Padre di alcuni pezzi “pregiati” della sua vasta collezione. Una delle più grandi del genere in Italia.
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Tra grammofoni e antiche incisioni, Nicolò possiede alcune delle più grandi opere di tango argentino dei primi del ‘900. Da Francisco Canaro, a Edgardo Donato. Ma anche Enrique Delfino e tanti altri interpreti e compositori, apprezzati da Bergoglio e come lui dalle radici italiane.
«Il tango - afferma Giuseppe Nicolò - del resto non è altro che un’invenzione degli “artigiani del suono” giunti dall’Italia nel Sud America nei primi anni del secolo scorso: contadini, falegnami, maniscalchi, operai o barbieri. Tutta gente che prima ancora dei “ferri del mestiere”, sapevano suonare e comporre musica, in quanto nei luoghi di origine erano apprezzati musicisti delle locali bande musicali».
Ai migranti italiani, Nicolò ha recentemente dedicato un’opera lirica, “Oceano” di cui ha scritto il libretto per le musiche del compositore Girolamo Deraco, che ha debuttato ad Asuncion, in Paraguay, il 26 giugno del 20219, su commissione della Farnesina. Nella sua collezione, trova posto anche un’ampia sezione dedicata alla musica sacra e religiosa.
«Incisioni - rivela il cultore reggino - particolari e rare». Come l’Ave Maria di Gounoud suonata dal violinista Yeudi Menuhin, l’opera completa delle “Ultime sette parole di Cristo” di Haydn o il Mottetto “Io ti invoco Gesù” di Bach. Inoltre, “La passione di San Giovanni” di Bach, per voci soliste e coro, costruita sui capitoli 18 e 19 del Vangelo secondo Giovanni e tutte le incisioni liriche dell’Ave Maria cantata da grandi tenori come Gigli o Schipa. O gli Stabat Mater di Rossini e Verdi e le pastorali di Beethoven e Corelli nell’esaltazione della bellezza della natura disegnata dalla mano di Dio e poi tanta tantissima musica e composizioni sacre e religiose.
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