Avvenire di Calabria

La testimonianza dell'inizio di un sacerdozio atteso. La prima messa di Don Michele, ordinato sacerdote pochi giorni fa in Cattedrale

La prima messa di don Michele, «con la gioia del cuore»

Lidia Caracciolo

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Ancora grati per il dono di don Michele alla Chiesa tutta, esprimiamo come Ufficio di pastorale giovanile, unitamente ai membri della consulta, il nostro augurio per il sacerdozio del nostro direttore. Abbiamo voluto chiedere a lui, ancora emozionato, al termine della prima messa celebrata nella sua parrocchia di origine, cosa si stava muovendo nel suo cuore: «È proprio vero che la strada si chiarisce percorrendola. A noi spetta il
coraggio di fidarci e metterci in cammino e provare il più possibile a camminare a piedi, per gustare la bellezza di ciò che ci circonda, per accorgersi dei dettagli e delle sfumature della vita. Vivo così questi giorni, i più fragili e teneri della mia vita. Giorni colmi di gratitudine nei quali Dio, attraverso la sua Chiesa, ha partorito un sogno, ha dato forma e senso a un desiderio che portavo nel cuore da bambino. Ogni vocazione richiede un prendersi cura di qualcuno, di essere segno e testimonianza dell’amore di Dio per chi incontri sul tuo cammino. E già in ogni storia, anche nella più ferita, Dio ha nascosto i germi della gioia piena. Bisogna lasciare che Dio metta il suo oro sulle nostre ferite, forse brucia un po’, ma gli permetterà di diventare benedizione per noi e per chi incontriamo. È fondamentale tornare ad innamorarsi della realtà in cui viviamo, anche la più difficile, perché è lì che Dio desidera parlarci, bisogna fare un po’ di silenzio nella mente e nel cuore per ascoltarlo. È vitale circondarsi di buoni amici che non mettono lacci ai piedi ma ali, e aiutino a volare in alto, dove l’aria è pulita e il cuore in pace. È questo il tempo giusto per amare ed essere amabili, perché Dio è amore e desidera figli innamorati che non si lascino comprare da niente e da nessuno. Per questo desidero spendere ogni istante del sacerdozio che Dio mi ha donato. Possa il Signore Gesù donarmi il coraggio e la sua pace, perché tutti lo possano trovare e tornare a camminare con lui.
Grazie a chi c’è stato, c’è e ci sarà. Un grazie a tutta la comunità ecclesiale dal vescovo, alla comunità del seminario, alle parrocchie di origine e di ministero, alle associazioni e realtà che mi hanno sempre mostrato tanto affetto e dato fiducia. Grazie alla pastorale giovanile e al suo coro, che rendono bella la mia vocazione e missione, e grazie ad ogni singola persona che in tutti questi anni mi ha mostrato con uno sguardo, una parola, un silenzio, il volto bello di Dio. E grazie a lui, che non si stanca mai di volerci bene». Grazie a te, don Michele, per essere così come sei. Grazie per aver donato la tua vita al Padre e ai fratelli. Grazie perché riesci ad essere umile ed a testimoniare quel volto bello della Chiesa. I giovani hanno bisogno di pastori come te, che riescono con un semplice sguardo a trasmettere un messaggio. importante oggi: «Tu sei qualcuno, tu vali e non permettere mai a nessuno di dirti che non sei qualcuno, tu sei molto più di quello che vogliono farti credere». Con la speranza e la gioia nel cuore, cercheremo di camminare insieme a te per portare ai nostri giovani la carezza di Dio.

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