
Il prossimo G7 del Commercio internazionale si terrà in Calabria
Il prossimo G7 del Commercio internazionale si terrà in Calabria. L’annuncio a sorpresa del vicepremier e ministro degli esteri Tajani, oggi in visita in Regione.
Sono quattro le “urgenze” metropolitane in ambito di infrastrutture e trasporti.
La prima, certamente, è quella relativa all’Aeroporto dello Stretto. C’è un duplice interesse da tutelare: quello alla mobilità e la difesa dei livelli occupazionali. Sul primo fronte, Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, ha fatto uno “scatto in avanti” aggiudicando in via provvisorio gli scali di Reggio Calabria e Crotone alla Sacal, società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme, andando così a creare la famigerata gestione unica calabrese. Gli Enti locali reggini restano alla finestra, l’aumento di capitale deliberato da Sacal di recente lascia spazio all’eventuale ingresso di Città Metropolitana di Reggio e Comune di Crotone, ma per ora tutto congelato.
Sul fronte occupazionale restano alcuni interrogativi. È risaputo che uno dei motivi del fallimento della vecchia società di gestione è il surplus di dipendenti ed il bando Enac non prevedeva alcun obbligo di assorbimento dei dipendenti Sogas. Altra questione è quella che riguarda Alitalia. Il piano industriale tarda ad arrivare ed i prezzi dal mese di marzo in poi restano bloccati su cifre altissime per evitare l’acquisto di biglietti. Si auspica uno sblocco quanto prima della situazione, comunque la sensazione è quella che l’ex flag carrier possa abbandonare da un momento all’altro lo scalo. Altra infrastuttura central è il Porto di Gioia Tauro. Lo scalo portuale è in crisi da anni schiacciato dalla concorrenza degli altri porti del Mediterraneo che, a differenza della realtà della Piana, non hanno una politica lentissima nel prendere decisioni. L’assegnazione della gestione del terminal ferroviario alla Sogemar, società che fa riferi- mento a Contship, attuale gestore del Porto è un passo avanti. Ora le banchine taurensi, oltre al del servizio di transhipment (cioè del semplice interscambio di merci tra una nave e l’altra), potranno fungere da gateway, da porta d’ingresso, in Europa per le merci provenienti da Africa e Asia attraverso il Canale di Suez. Però la realtà gioiese non riesce a decollare a causa dell’altissima tassazione. L’autorità portuale ha azzerato le tasse portuali di ancoraggio per recuperare un po’ di appetibilità. Ma ciò non basta. Serve che l’area intorno al porto cresca e si sviluppi e questo lo si può fare solo istituendo la Zes (Zona Economica Speciale). Altrimenti la ricchezza da queste parti sarà sempre e solo di passaggio.
Se aeroporto e porto rappresentano i due hub dai quali ripartire, va sicuramente strutturato il sistema di mobilità integrato della Città Metropolitana. Un passo in avanti è stata l’approvazione del Pum (Piano Urbano della Mobilità) che fornisce le linee guida su quello che sarà il futuro del trasporto pubblico della città. In ultimo il raccordo autostradale di Reggio Calabria. Questa è una vera emergenza anche se più volte taciuta. Di recente è diventato più “grande” visto che è entrato a farne parte anche il tratto Campo Calabro – Santa Caterina. Questo tratto subirà un intervento di restyling che prevede sostituzione dei guard rail, ripavimentazione, rifacimento segnaletica verticale e orizzontale. Niente di più. La verità è che il raccordo necessita di un vero e proprio “Piano Marshall” per il suo adeguamento. Partiamo da un dato, 14 incidenti per km, la strada più pericolosa d’Italia, più pericolosa della famigerata Statale 106. Questi i numeri di quella che è l’unica via di accesso alla città. Serve un intervento drastico e subito. L’urbanizzazione a ridosso del piano stradale impedisce di effettuare opere di ingrandimento della carreggiata (alcuni attori avevano proposto una terza corsia), però è opportuno e doveroso che su tutto il tratto venga effettuata un’opera di messa in sicurezza degli svincoli, adeguando le corsie di accelerazione e decelerazione e addirittura chiudendo quelli più pericolosi, ricorrendo al miglioramento della viabilità comunale. Per passare all’installazione delle barriere new jersey per tutto il raccordo oltre che l’installazione del sistema Tutor su tutto il tratto. Così forse si eviteranno le corse folli a 160Km/h su quella che oggi è meglio chiamare “mulattiera”.
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