Avvenire di Calabria

Dopo il restyling della chiesa di Santa Maria delle Grazie, la gente è pronta a vivere un anno ricco tra servizio agli ultimi e catechesi per adulti

Lazzaro, una casa rinnovata per la Comunità

Redazione Web

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di Sergio Conti - A vederla così è davvero bella. Soprattutto all’imbrunire, quando andiamo via, c’è un cielo azzurro intenso che fa da cornice alla facciata principale della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Lazzaro, frazione marittima del comune di Motta San Giovanni. Il popolo santo di Dio da queste parti ha atteso a lungo dapprima l’avvio dei lavori nel 2015, poi il loro completamento.

Ci son voluti quattro anni e tanta pazienza perché questi lavori hanno costretto la comunità di Lazzaro a un esilio forzato presso altre strutture. Ma alla fine – è un parere comune – ne è valsa la pena. Lo sottolinea il parroco don Mimmo Rodà, subentrato a don Mimmo Cartella, che quando nel 2016 venne per un sopralluogo a vedere questa chiesa (allora non era ancora parroco) si augurò con tutto il cuore di non essere inviato in parrocchie con “lavori in corso”. E invece proprio per lui, architetto donato a Dio, il vescovo riservò questo luogo. Impolverato, inutilizzabile, con i ponteggi e gli operai. È stato un modo per evangelizzare, per parlare anche con loro, per portare il messaggio di salvezza dentro la chiesa, ma senza omelie: con la sola vicinanza durante tutto l’iter di ristrutturazione. Con i fondi dell’8xMille della Chiesa e il cofinanziamento dei parrocchiani, oggi la chiesa di Lazzaro risplende. E si è subito messa in cammino, perché – come aveva suggerito l’arcivescovo Morosini nella celebrazione della riapertura – dopo il restyling alle mura andava rinsaldata la comunità.
 
Detto fatto. E senza associazioni. «Una prerogativa di questa parrocchia – dice don Mimmo Rodà –. Ma sono ugualmente rappresentati tutti i gruppi, grandi e piccoli, secondo il proprio carisma». Ogni volontario dà il suo contributo. C’è Marianna, che coordina il coro e utilizza la musica per arrivare a Dio: «Già da ragazzina animavo la messa con un chitarra – racconta –. È bello perché il servizio del coro aiuta l’assemblea a pregare». In fondo anche questo è un modo per evangelizzare, in una società distratta da altri suoni e ben altre parole. Tiziana è una lettrice e si definisce «uno strumento attraverso il quale in Signore parla alla gente». La proclamazione della Parola è così importante che a Lazzaro si è pensato anche a un corso di dizione per lettori. «Ho trovato nella Bibbia tutte le risposte che cercavo nella mia vita, lasciandomi guidare da Dio che fa la storia di ognuno di noi» chiosa Tiziana. Le fa eco Giovanna, che si occupa della preparazione delle liturgie. Perché è importante preparare la liturgia? «Perché quella Parola, quelle letture, sono anche per noi – sottolinea Giovanna – ci alimentano durante la settimana e vanno riportate all’assemblea comprendendone appieno il significato». La memoria storica di questa comunità è rappresentata da un signore distinto, si chiama Demetrio e per anni è stato responsabile amministrativo. «Ho visto passare da qui dieci parroci» ricorda. E in questa storia lunga quasi un secolo ha visto anche la chiesa “baracca”, senza servizi, ma con Dio ad accompagnare i fedeli e i parroci.
 
Una storia che si lega a doppia mandata con la sua, con i suoi figli, ormai adulti, che non hanno smarrito l’insegnamento del padre di frequentare la Chiesa: la trasmissione della fede è la cosa di cui va più orgoglioso Demetrio. Anche Antonio frequenta il gruppo degli adulti e la preghiera è stata il suo rifugio: «Ci aiuta a capire il perché delle sofferenze nella nostra vita e ci avvicina a Cristo». Severina, invece, è la responsabile della Caritas parrocchiale e ci porta nel salone dove già fervono i preparativi per il Natale: «Prepariamo alcuni oggetti e con le offerte che ci arriveranno aiuteremo qualche famiglia» dice raggiante. Circa una ventina di persone si occupano di assistenza ai malati, di portare la comunione a chi non può spostarsi, di cucinare per i senzatetto in casa accoglienza. «Portiamo l’amore di Dio che abbiamo ricevuto» sottolinea Severina. Quello stesso amore che ti porta a uscire, a scomodarti, a testimoniare per le strade. La missione pastorale che a Lazzaro si svolge nei tempi forti, ma in realtà ogni giorno. Attraverso queste donne e questi uomini di buona volontà.

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