Avvenire di Calabria

Si è svolta nel pomeriggio del 28 giugno nell’Aula magna dell’Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria con la partecipazione di un centinaio di persone

Vangelo e poesia, presentato il nuovo libro di don Tonino Sgrò e Giovanna Monorchio

Relatori della serata sono stati il professor Antonino Zumbo, magnifico rettore della “Dante Alighieri”, e monsignor Cesare di Pietro, vescovo ausiliare della diocesi di Messina

di Redazione Web

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Nel pomeriggio del 28 giugno nell’Aula magna dell’Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria con la partecipazione di un centinaio di persone si è svolta la presentazione del libro “Parole che si cantano - Commenti ai Vangeli della Domenica dell’Anno C” scritto da don Antonino Sgrò che ha voluto accostare ad ogni pagina del Vangelo una poesia che cantasse alla bellezza e all’Amore, coinvolgendo nella stesura del libro la professoressa Giovanna Monorchio, autrice di tutte le poesie.

Don Tonino Sgrò e Giovanna Monorchio "cantano" il Vangelo

Relatori della serata sono stati il professor Antonino Zumbo, magnifico rettore della “Dante Alighieri”, e monsignor Cesare di Pietro, vescovo ausiliare della diocesi di Messina; ha moderato l’incontro la dottoressa Ornella Occhiuto.


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Nell’accogliente cornice dell’Università, in un clima gioioso e lieto, si è discusso con competenza e garbo dei due linguaggi utilizzati dagli autori nel pubblicare questo libro, la poesia e la prosa, che insieme costituiscono il canto alla Parola: la poesia «come arte e creazione della parola» come ha sottolineato Zumbo, riferendosi alle «parole alate» caratterizzate, in questo caso, da una struttura che potrebbe definirsi salmodica.

«La poesia è come una pittura che traccia la sua linea non sulla tela, ma nell’animo» ha commentato il professore. Monsignor Di Pietro con vivace precisione ha, invece, approfondito il tema della dimensione esistenziale ed esperienziale propria dell’uomo e del cristiano, ricordando come il nostro canto non sia mai fine a sé stesso perché le nostre parole rimandano ad una Parola altra che ci scarnifica e, spogliandoci di noi stessi, ci rende veri e, in quanto veri, anche liberi. «L’esperienza del Divino - ha affermato il vescovo - ci rende più umani».


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E proprio di umanità hanno parlato don Tonino Sgrò e Giovanna Monorchio: l’uno della gratuità rispetto ai doni ricevuti e rispetto alle relazioni con gli altri; l’altra della quotidianità faticosa, ma necessaria e bella perché il luogo in cui ci giochiamo la vita.

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