Avvenire di Calabria

La storia di una ragazza che decide di denunciare i maltrattamenti fisici e psicologici dell'ex marito

Maria, da vittima di abusi a eroina dei diritti

Francesco Creazzo

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Difendere i diritti delle persone più fragili, questo è il mandato che si è assunto il gruppo degli avvocati dell’associazzione Marianella Garcia. L’azione svolta in questi mesi presso la sede di via Pellicano, dopo il rilancio del gruppo, si è dimostrata di grande aiuto per molti. Tra le attività messe in piedi si evidenziano l’accompagnamento nell’iter di affido familiare, l’ascolto prestato presso il Tribunale per i Minorenni in staff con altre associazioni, il supporto alle vittime di abusi e molte altre.

I legali, coordinati dall’avvocato Lucia Lipari, hanno deciso di mettere a disposizione il proprio tempo e la propria professionalità al fine di prestare un servizio concreto alle persone, che rispondesse con immediatezza ad alcuni bisogni. Tante quindi le persone incontrate, e tra queste: Maria. Un nome di fantasia: la sua storia è quella di molte donne che si rivolgono agli avvocati della Marianella Garcia in cerca di difesa e di diritti. Maria è mamma di tre ragazze, tutte minorenni. Gravi le violenze fisiche e psicologiche subite all’interno delle mura domestiche e nell’indifferenza muta dei vicini e del resto della famiglia.
 
Maria non è italiana, arriva nel nostro Paese con sua figlia e si innamora di un uomo dal passato ingombrante: precedenti penali di non poco conto, un matrimonio con una donna morta suicida e dalla quale ha avuto una figlia. Presto lei e quest’uomo si sposano e mettono al mondo una bambina, creano una famiglia, ma la favola dura poco, e dopo i confetti arrivano i Carabinieri e le assistenti sociali e sono proprio loro a raccontare per prime l’epilogo di questa storia: «prostrazione fisica e psicologica di tutte le componenti del nucleo». Queste le parole riportate nella relazione d’accompagnamento al colloquio con gli avvocati reggini. Il gip dispone le misure cautelari nei confronti dell’uomo e scatta il divieto di avvicinarsi alle minori ed alla compagna, che si rivolge ai legali per non essere lasciata sola, anzi assistita nella separazione e dinanzi al Tribunale competente per ottenere l’affido esclusivo delle ragazze. Sullo sfondo, istigazioni al suicidio, intimidazioni, pioggia di botte dal marito e, da parte di parenti ed “amici”, il consueto: «non ho visto, non ho sentito e quindi non posso parlare». Maria non ha mai indietreggiato nel suo racconto.
 
Anche se visibilmente provata, molto magra, il viso solcato dalla timidezza e dai segni della paura, questa giovane donna ha manifestato con poche parole la fermezza di volere fare tutto il possibile per allontanarsi e allontanare le sue ragazze da quell’ambiente e da quell’uomo ed offrire loro un ambiente sereno. Oggi, questa piccola famiglia è lontana dalla casa paterna e risiede in un centro d’accoglienza, assistita da un’équipe di specialisti e dai legali della Marianella Garcia nei diversi procedimenti pendenti. La storia continua, così come l’impegno di questi legali, infatti sono previste nuove iniziative per ottobre, avvalorate dalla collaborazione con la Fondazione Lelio e Lisli Basso.

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