Maria Antonietta Mariotti ha attraversato il secolo breve, sia nella comunione ecclesiale che nella società civile, arricchendole entrambe con un patrimonio culturale e religioso, intessuto di una pluralità di appartenenze. Ha improntato la sua attività ad una variegata produzione di studi, spaziando dalla teologia alla storia, dalla spiritualità alla pastorale, sempre alla ricerca di Dio e dell’uomo nelle vicende temporali, proiettata sull’Eterno, ispirato concretamente al servizio dell’Evangelo, alla solidarietà umana, alla tensione ecumenica ed escatologica.
Alla luce di questa premessa devono essere lette le feconde tappe della sua esistenza di studiosa e di cristiana impegnata, in una cittadinanza mai disincantata, in seno alla Chiesa ed alla comunità socioculturale di riferimento, in un Mezzogiorno permeato di molteplici fermenti democratici del secondo dopoguerra ed in una Chiesa orientata dal Concilio Vaticano II, al quale ha offerto il suo contributo di fedele laica adulta e protagonista nelle fasi successive della attuazione in periodi complessi, come sono stati quelli della contestazione socio-culturale ed etico-politica anche all’interno della Chiesa.
La Mariotti non ha soltanto indagato in modo scientifico le vicende storiche del Movimento Cattolico e dell’associazionismo organizzato, ma ha operato assiduamente dall’interno per l’intero percorso della sua esistenza, per scrivere la storia della Chiesa; in particolare di quella del Sud, della Calabria e della diocesi dello Stretto, offrendo un contributo prezioso all’edificazione del Regno di Dio nel mondo.
In tale impegno di apostolato, sempre lungimirante ed anticipatore, ha spesso valicato i confini della Chiesa locale, con incarichi molteplici ed un apporto di pensiero e di azione, soprattutto nell’ambito della pastorale della cultura e degli organismi di partecipazione ecclesiali.