Avvenire di Calabria

Mediterraneo, mosaico multiculturale

È uno spazio multiculturale che cristiani, ebrei e musulmani continuano a condividere e a costruire

Andrea Casavecchia

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Lo spazio Mediterraneo è ferito di continuo da eventi drammatici. Dopo la Libia, la Siria, la travagliata Terra Santa, si apre un altro conflitto sulla frontiera Turca e la neo provincia curda siriana. La costruzione della pace appare un’utopia irraggiungibile. Le sofferenze nell’area si incontrano con i viaggi della speranza dei migranti, che attraversano il mare con il miraggio di raggiungere un’oasi di serenità, in un continente europeo spesso poco accogliente, che guarda con una timida debolezza le prospettive di futuro in quei territori a loro vicini.
Eppure il Mediterraneo è un’area ricca di storia, fertile di culture, culla di tante opere artistiche. Giorgio La Pira, lo considerava un nuovo “grande Lago Tiberiade”, il sindaco santo di Firenze affermava che “sulle rive di questo mare sono state proclamati i messaggi di Dio agli uomini; e su queste stesse rive, la grazia e la civiltà derivate da questa rivelazione divina, hanno raggiunto le punte più elevate”.
Se lo sguardo si rivolge agli episodi contemporanei, le sue parole possono apparire molto lontane dalla realtà attuali. Sicuramente il Mediterraneo è un luogo di contraddizioni, però le religioni che hanno accompagnato la sua storia possono essere una risorsa per costruire ponti di dialogo.
Infatti Mediterraneo è uno spazio multiculturale che cristiani, ebrei e musulmani continuano a condividere e a costruire. I tre grandi monoteismi avrebbero la potenzialità per sostenere prospettive nuove. In questo senso alcuni gesti sono pietre miliari, come il documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato da Papa Francesco e dal grande Immam di Al-Azar durante il viaggio del pontefice negli Emirati Arabi. Questo è una delle tessere di un grande mosaico da comporre per offrire un nuovo scenario. Sicuramente un’altra potrebbe emergere dal prossimo incontro “Mediterraneo frontiera di pace” a cui parteciperanno tutti i vescovi delle Chiese che si affacciano sul Mare Nostrum.
Altre tessere, più piccole, emergono dalle pratiche concrete, dagli incontri quotidiani, che si vivono tra i fedeli. Alcune ricerche evidenziano che la convivenza e la prossimità finiscono per abbassare il velo della diffidenza e aprono alla conoscenza e al rispetto dell’alterità. Attraverso uno studio su “Il femminino mediterraneo” ad esempio emerge come donne appartenenti a fede diverse trovano anzitutto nel quotidiano gli ambienti di dialogo, a partire dalla cucina, dalla maternità o dal confronto sul ruolo della donna nelle comunità religiose, per arrivare a momenti di preghiera comune, ognuna nella propria tradizione di fede. Queste sono piccole esperienze che andrebbero raccolte insieme perché diventino più visibili.
Il mosaico di un Mediterraneo di pace sarà completo, quando le grandi iniziative e i piccoli incontri riusciranno a contaggiare le esperienze simili e potranno iniziare a costruire ponti di dialogo.

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