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Il turismo ha bisogno della comunicazione giusta. Visto che i media contribuiscono per oltre il 70% allo sviluppo della notorietà e dell’attrattività delle mete turistiche, sono uno strumento essenziale per riattivare nel nostro Paese i flussi di presenze sia dall’Italia che dall’estero. È quanto risulta dall’indagine Comunicazione, media e turismo – realizzata dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (Certa) dell’Università Cattolica insieme a Cattolicaper il Turismo e Publitalia ’80, del Gruppo Mediaset – che prende in esame uno dei settori chiave per il sistema Italia, in grado di generare il 13,2% del Pil (223 miliardi di euro secondo i dati pre-pandemia) e il 14,9% dei lavoratori (3,5 milioni di addetti). I risultati della ricerca sono stati illustrati ieri mattina, alla presenza del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, da Massimo Scaglioni, direttore di Certa e responsabile scientifico della ricerca, Vincenzo Zulli, coordinatore Business, Development di Cattolicaper il Turismo e Matteo Cardani, direttore generale di Marketing Publitalia ’80.
«Comunico ergo sum. Letto al contrario si può interpretare con: se non comunico, non sono. E il turismo ha diritto a “essere” uno degli attori principali della ripresa di questo Paese. Ma deve saperlo comunicare», ha detto il ministro Garavaglia che, con il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, ha introdotto i lavori del webinar. Paragonando il 2021 a un «“anno zero” per la ripresa» e il Covid alla « safety car di un Gran Premio», il ministro Garavaglia ha sintetizzato in tre punti le azioni del governo per dare spinta alla macchina turismo. «La prima delle quali è rappresentata dagli interventi di sostegno agli operatori: abbiamo messo a disposizione 1,7 miliardi e abbiamo sbloccato altri 500 milioni; la seconda azione riguarda gli strumenti finanziari in grado di sostenere gli investimenti che gli operatori vorranno avviare nei rispettivi impianti; la terza, infine, è il Pnrr con i suoi 2,4 miliardi, di cui 600 milioni in sussidi e 1,8 miliardi sotto forma di prestiti alle imprese».
La ricerca si è sviluppata durante l’anno 2020 segnato dalla pandemia e si è conclusa con uno studio quantitativo condotto tra marzo e aprile 2021 in Italia, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito su un campione di 6mila interviste rappresentative di oltre 300 milioni di europei (su piattaforma Toluna). Dai dati risulta che l’Italia è e rimane in cima alla “lista dei desideri” del 70% degli europei quando pensano a una mèta per un viaggio (superando altri Paesi, come Spagna e Grecia) e quinta al mondo.
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