
Vescovi calabresi a confronto su formazione dei futuri presbiteri, giovani e impegno per il Sud
Nel Seminario regionale, due giornate di confronto sulla teologia per il Sud, la formazione dei seminaristi con una preghiera per papa Leone XIV
Un Salone dei Lampadari così gremito non lo si vedeva da anni: una platea eterogenea che ha vissuto, con attenzione e calore, il convegno promosso dalla Caritas diocesana di Reggio Calabria – Bova, dal titolo «Tra Africa, Asia ed Europa: Uomini in cammino nello spazio e nel tempo» che si è svolto in occasione della Giornata della memoria per le vittime delle migrazioni. Il 3 giugno, infatti, non è una data casuale: da due anni, il Comune di Reggio Calabria – su input della straordinaria macchina operosa del Coordinamento diocesano sbarchi – ha istituzionalizzato questo tempo di riflessione in ricordo dei 45 migranti morti giunti a Reggio Calabria, nel 2016 che sono sepolti presso il cimitero di Armo (clicca qui per vedere il video-reportage della nostra redazione).
Il convegno ha vissuto due momenti–chiave: il documentario che racconto l’esperienza d’accoglienza in riva allo Stretto, ideato da Giovanni Fortugno, responsabile dei “Corridoi Umanitari” per la diocesi reggina, e realizzato da Antonio Melasi e Cinzia Colacresi, nonché la relazione tenuta da Salvatore Speziale, docente di Storia dell’Africa mediterranea presso l’Università di Messina che, per un pomeriggio, ha svestito i panni dell’accademico per indossare quelli dell’appassionato osservatore di una storia che si incarnava davanti ai suoi occhi. Non una frase fatta poiché ad arricchire l’uditorio vi erano i volti di chi ha vissuto sulla propria pelle la cosiddetta emergenza–migranti: mamme e papà coi loro bimbi, volontari, educatori, mediatori culturali, preti e suore. Parafrasando Denis Diderot, la «quarta parete» dello spettacolo era lo spettacolo stesso. Così, i saluti istituzionali d’apertura superano la logica dei convenvoli: le parole di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria–Bova, e di Giuseppe Falcomatà, sindaco metropolitano, sono delle frecciate al cuore del problema attuale che si identifica in un termine di origine greca: «Xenofobia», paura dello straniero.
«L’accoglienza è un tema cristiano, – ha affermato monsignor Morosini – ed è bene ricordarsi che le differenze non devono farci paura. È forse la presenza di una moschea che ci impedisce di andare in Chiesa?». Gli fa eco il sindaco Falcomatà citando Giorgio La Pira: «La politica non deve mettere qualcuno prima di altri: se ci deve essere un primato quello deve essere per i più deboli, indipendentemente dalla loro etnia». L’incontro a Palazzo San Giorgio, moderato da don Nino Pangallo, infaticabile direttore della Caritas diocesana reggina–bovese col supporto di padre Pasquale Triulcio, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze religiose, è stato pienamente unconventional nonostante la robusta presenza istituzionale. A renderlo più colorato ci hanno pensato i bambini presenti, figli del dramma dei campi–profughi, adesso a aperti a una vita nuova in Italia.
Nel Seminario regionale, due giornate di confronto sulla teologia per il Sud, la formazione dei seminaristi con una preghiera per papa Leone XIV
Tra momenti di condivisione, emozioni forti e incontri significativi, i giovani si sono salutati nel segno della speranza, accompagnati dal messaggio del Papa e dal vescovo di Mileto.
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