Avvenire di Calabria

La risposta della comunità di Reggio Calabria che ha dimostrato i valori intrinsechi della città dei Bronzi come l'ospitalità e l'inclusione

Minori stranieri non accompagnati in affido a 15 famiglie reggine

Redazione Web

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La forza della comunità. Questa è la grande lezione che sintetizza la vicenda dei minori stranieri non accompagnati. È una vera storia italiana, una storia in cui un'intera comunità non si è piegata alla logica della necessità di forza maggiore, ma si è fermata ad interrogarsi in nome del bene superiore di ogni ragazzo coinvolto. Quel che ne viene fuori è un chiaro messaggio di accoglienza e inclusione, tanto più forte quanto in disaccordo con l'ondata xenofoba che, in questi giorni, ammorba il Paese. Come ha affermato il Presidente Mattarella pochi giorni fa: " senza comunità arriva la violenza". Bene: nel territorio di Reggio Calabria si è dimostrato che con la comunità arriva l'accoglienza. In un paio di giorni più di 15 famiglie hanno dato la loro disponibilità all'affido di altrettanti minori stranieri, sancendo concretamente i valori dell'ospitalità e dell'inclusione. Un movimento d'accoglienza straordinario, unico nel panorama nazionale. A ciascuna di queste famiglie, e a quanti hanno dato la loro disponibilità per affidi futuri, va il nostro profondo ringraziamento. Grazie a loro possiamo dire oggi che questa Calabria da terra d'approdo è diventata casa.

Il primo risultato di un lavoro intenso e capillare, in alternativa al trasferimento dei minori stranieri, è certamente questo dei numerosi affidi. Al tavolo tenutosi in Prefettura lunedì scorso si è voluto, però, affermare con i fatti ancora di più: ogni ragazzo è protagonista del proprio destino, portatore di diritti unici e inalienabili e, in linea con il progetto educativo e in accordo con gli educatori, deve essere messo in grado di scegliere per sé il meglio, sulla base dei propri bisogni. La realtà dell'affido è complessa e delicata. Ecco perché diversi minori hanno optato ancora per l'alternativa della comunità di accoglienza. Tutti questi hanno potuto scegliere strutture di secondo livello e Sprar. Non più, dunque, centri di prima accoglienza come paventato la scorsa settimana dai servizi sociali, ma strutture con condizioni migliorative rispetto a quelle, pur notevoli, attuali e pienamente rispondenti, in tal senso, ai criteri di tutela stabiliti dalla Legge Zampa. Il diritto allo studio è, dunque, preservato e da subito i ragazzi che hanno scelto altre strutture potranno continuare il proprio percorso scolastico.

Quando scriviamo "forza della comunità" consideriamo, insieme all'impegno di associazioni e cittadini, il lavoro rigoroso, attento e sensibile della Prefettura, la competenza e la disponibilità del Tribunale Minorile, la pronta vicinanza del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, l'impegno del Comune di Reggio Calabria rappresentato dall'Assessore comunale delegato al coordinamento degli sbarchi e l'importante presenza del tutore avv. Cananzi. La comunità convocata al tavolo della Prefettura, Istituzioni e società civile, è un'alta testimonianza di democrazia e Stato. Nel dialogo vivace, rispettoso e collaborativo si sono trovate soluzioni addirittura migliori rispetto a quella del mantenimento dei minori nelle strutture attuali fino a giugno. Osservata, e pienamente condivisa, l'impossibilità di un provvedimento del genere, abbiamo lavorato, come già esposto, a un percorso culturalmente ed educativamente più ambizioso.

Il percorso dei minori stranieri non accompagnati è stato, dunque, riconosciuto nella sua superiore dignità. In virtù di ciò, presto proporremo al territorio momenti di incontro e riflessione sul tema.

"Grazie a tutti coloro che sono stati vicini a questa pratica di democrazia, a questa prova di Costituzione, a questa scuola di accoglienza. Qui si è fatta l'Italia, quella vera, per chi vuole e per chi non vuole vederla" scrivono le associazioni.

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