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La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha chiuso le indagini sul "Caso Miramare", lo scandalo che coinvolge la Giunta Comunale di Giuseppe Falcomatà. Un atto prodromico, evidentemente, alla richiesta di rinvio a giudizio, meditata dal procuratore vicario, Gaetano Paci, e dal sostituto Walter Ignazitto. La notizia rimbalza su diverse testate online locali.
Ciò su cui la Procura vorrebbe fare chiarezza è la famosa vicenda "Miramare", la storica struttura posta sul lungomare cittadino assegnata temporaneamente a un'associazione riferibile a un caro amico del sindaco, "Il Sottoscala" di Paolo Zagarella. Una vicenda che creò grande imbarazzo e che scatenò anche la bagarre politica.
Una delibera, quella del luglio 2015, che sarebbe stata approvata a maggioranza (e quindi con la contrarietà di qualcuno tra gli assessori) e con l'assenza dell'allora assessore Mattia Neto.
L'indagine per abuso d'ufficio, oltre al primo cittadino Giuseppe Falcomatà, riguarda anche il vice sindaco Armando Neri, gli assessori Saverio Anghelone, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca e Antonino Zimbalatti. Ci sono anche gli ex assessori, oggi fuori dalla Giunta, Agata Quattrone e Patrizia Nardi. E due tecnici: il segretario comunale Giovanna Acquaviva e la dirigente Maria Luisa Quattrone. L'unico ex assessore rimasto fuori dal registro degli indagati è Mattia Neto, assente il giorno della riunione in cui fu approvata la delibera in questione.
Per Falcomatà e Acquaviva vi è anche l'accusa di falsità materiale e ideologica aggravata. Tra gli indagati, vi sarebbe anche l'ex assessore Angela Marcianò, protagonista di una lunga querelle (terminata con la revoca delle deleghe) con il sindaco Falcomatà. Nella propria lettera alla città, la Marcianò rivangò anche la questione "Miramare".
Con la chiusura delle indagini preliminari, tutti gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per presentare memorie, atti o chiedere di essere interrogati. Poi la Procura potrà procedere con la richiesta di rinvio a giudizio.
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