Avvenire di Calabria

Sabato 1 dicembre è stato celebrato il XIII Congresso Regionale del MCL

Movimento cristiano dei Lavoratori, eletto il direttivo regionale

Redazione Web

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Sabato 1 dicembre è stato celebrato il XIII Congresso Regionale del MCL. I lavori congressuali presieduti dall’Ing. Fortunato Romano, Responsabile Enti Locali della Presidenza Nazionale, sono stati aperti con la relazione del presidente regionale Avv. Vincenzo Massara, cui è seguita la riflessione di Don Fabio Stanizzo, Direttore diocesano della Pastorale del lavoro, sono intervenuti, poi i delegati delle province e gli ospiti presenti.

Il Presidente Massara, nella sua relazione afferma: “Il contesto sociale ed economico in cui siamo stati chiamati a operare in questi ultimi anni è di grande difficoltà e certamente riversa gli effetti più negativi su una regione come la nostra dove la debole struttura economica non facilita i percorsi di ripresa. Ma il qui e ora segna il nostro cammino! “Si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con le sue difficoltà” (Aldo Moro). Gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia e dallo Svimez, prosegue Massara, ci consegnano una quadro desolante non solo dal punto di vista economico ma anche e soprattutto dal punto di vista della tenuta sociale dei cittadini calabresi e delle loro famiglie.

E’ vero nei due rapporti si parla anche di una debole ripresa economica, dovuta soprattutto agli investimenti privati, ma scorrendo i dati ci accorgiamo di come sia ancora distante un riequilibrio tra il Sud e il Nord del Paese. Si legge nell’ultimo rapporto Svimez.

“Il ritmo di crescita è del tutto insufficiente ad affrontare le emergenze sociali nell'area. Anche nella ripresa si allargano le disuguaglianze: aumenta l’occupazione, ma vi è una ridefinizione al ribasso della sua struttura e della sua qualità: i giovani sono tagliati fuori, aumentano le occupazioni a bassa qualifica e a bassa retribuzione, pertanto la crescita dei salari risulta “frenata” e non in grado di incidere su livelli di povertà crescenti, anche nelle famiglie in cui la persona di riferimento risulta occupata. Il divario nei servizi pubblici, la cittadinanza “limitata” connessa alla mancata garanzia di livelli essenziali di prestazioni, incide sulla tenuta sociale dell’area e rappresenta il primo vincolo all’espansione del tessuto produttivo”.

Cittadinanza limitata cosa significa? Fondamentalmente siamo cittadini di questo Paese, ma fino a un certo punto. La nostra è una cittadinanza monca, priva di alcuni requisiti, ma priva soprattutto di alcuni diritti. I cittadini calabresi hanno un diritto di cittadinanza limitato. Non sono, quindi, nelle condizioni di poter sostenere un confronto con i cittadini di altre aeree d’Italia. Secondo lo Svimez siamo cittadini di serie B.

Questa è la Calabria che stiamo consegnando ai nostri figli. Continua Massara, “la politica oggi dinanzi a questa drammatica situazione la politica oggi cosa fa? Si rimbocca le maniche, cerca alleanze sociali, cerca di porre rimedio a questo degrado, cerca di innovarsi, cerca soluzioni adatte. No amici, il dibattito politico di questi mesi e, in particolare di queste ultime settimane è incentrato su ben altre problematiche.

Il Centrosinistra, ormai dissolto e occupato nelle residue lotte intestine. Un centrodestra alle prese con decisioni vitali per il futuro della Calabria. Quali? Decidere se il prossimo candidato a governatore debba provenire da Catanzaro oppure da Cosenza. Se deve essere Tizio oppure Caio, se è espressione di un partito o di un altro. La lezione del 4 marzo non è servita. Tutto ciò ha contribuito nel corso di questi ultimi anni a alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, viste come entità lontane dai bisogni e dalle aspettative della comunità civile, una comunità che non si sente più rappresentata e che, al contempo, si sente esclusa da ogni forma di partecipazione.

Da qui la necessità, prosegue Massara di più coraggio, di maggiore partecipazione e maggiore coinvolgimento di tutti gli attori sociali. C’è bisogno di un nuovo patto sociale che abbia come unico obiettivo la rinascita economica e sociale della Calabria. La politica, nei cui confronti nutriamo profondo rispetto, da sola non ce la può fare, occorre, stabilire una grande, un’alleanza, tra tutti i soggetti attivi della società. Evitare qualsiasi forma di autoreferenzialità; ognuno chiuso nel proprio ambito non potrà mai risolvere i problemi di questa regione; certo le scelte in ultima analisi spettano alla politica che si deve assumere la responsabilità del governo della Regione. Occorre, però, incrementare gli spazi di partecipazione, dare voce e ruolo a quanti offrono il proprio lavoro, la propria presenza all’interno di un agire quotidiano, in stretto contatto con la gente, con le loro attese e i loro bisogni.

Di fronte a questa situazione occorre agire ed agire insieme, politica e società civile, ognuno nel proprio ambito, ma entrambi legittimati nei ruoli e nelle decisioni. “Bisogna osare il coraggio della speranza!” Noi ci sentiamo addosso questa responsabilità che è nostra e impegna laicamente solo noi stessi.

Su questo si fonda l’essere nuova classe dirigente, nel sapere che è nostro dovere coniugare i valori, coniugare cioè, il senso della nostra missione con le competenze che rendono concreto e visibile il ruolo di servizio verso i lavoratori e i cittadini.

Al termine dei lavori è stato eletto il nuovo Consiglio Regionale nelle persone di: Massara Vincenzo, Folino Natascia, Vumbaca Salvatore, Totino Roberto, Rotundo Anna, Cortese Maria Rita, Fico Alberto, Callà Nazzareno, Migali Francesco, Cordova Luigi, Castellone Orazio, Merenda Antonino, Balzano Pia, Guerrieri Michele, Lupo Piero, Musacchio Daniele, Santagada Rita, Scorza Michele, Zangaro Paola, Crupi Salvatore, De Marco Leonardo, Giacoppo Silvestro, Arillotta Francesco.

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