Avvenire di Calabria

Il neo consigliere regionale, eletto tra le fila di Fratelli d'Italia, era sindaco di Sant'Eufemia e vicepresidente facente funzioni dell'Ente parco dell'Aspromonte

‘Ndrangheta. Sgominata cosca in Aspromonte, in manette Creazzo

Redazione Web

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Operazione Eyphemos, 65 arresti tra Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia. Maxi-blitz contro la ‘ndrangheta in manette Domenico Creazzo, sindaco di Sant’Eufemia, neo-consigliere regionale con Fratelli d’Italia e già vicepresidente facente funzioni dell’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte, fino a pochi giorni fa. L’indagine rivela i legami della cosca con una locale di ‘ndrangheta anche in Australia. Sembrerebbe indagato anche il senatore Marco Siclari (Forza Italia), fratello del sindaco di Villa San Giovanni recentemente arrestato in un'altra operazione della Dda.

Arrestati elementi di vertice della cosca Alvaro, boss storici, personaggi di spicco, luogotenenti e nuove leve dell'articolazione di Sant'Eufemia d'Aspromonte. Fra essi figurano il boss Cosimo Alvaro detto Pelliccia a cui il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere, Domenico Alvaro detto Micu classe 1977, Salvatore Alvaro detto Turi Pajeco classe 1965, Francesco Cannizzaro, alias "Cannedda" classe 1930, Cosimo Cannizzaro, alias "spagnoletta" classe 1944, Domenico Laurendi, alias "Rocchellina", imprenditore ed elemento di primissimo piano della 'ndrangheta eufemiese.

La cosca gestiva anche un lucroso giro di sostanze stupefacenti e infatti diversi affiliati sono stati arrestati con l'accusa, a vario titolo, di cessione, acquisto, coltivazione, tentata importazione, offerta in vendita di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana.

Ma non solo. L'ala militare del gruppo eufemiese dispone di numerose armi (pistole e fucili), anche ad elevato potenziale offensivo, in parte sequestrate nel corso delle indagini, nonché di un bazooka, a cui gli indagati facevano riferimento durante i dialoghi intercettati dalla Polizia. Ad essi era stata commissionata anche la fabbricazione di un ordigno esplosivo da parte di alcuni esponenti del clan Gallico di Palmi che intendevano utilizzarlo per distruggere o danneggiare gravemente l'abitazione storica di quella famiglia di 'ndrangheta, confiscata e destinata ad ospitare la nuova sede del Commissariato di Polizia inaugurato di recente.

E poi i legami con la Pubblica Amministrazione. Oltre al sindaco e neoconsigliere regionale, Creazzo, sono finiti in manette il vicesindaco, Cosimo Idà, che secondo gli inquirenti era il vero collante con la consorteria mafiosa nonché affiliato al clan al pari del Presidente del Consiglio Comunale, Angelo Alati, «mastro di giornata» della cosca. Fermati anche il Responsabile dell'Ufficio Tecnico, l'ingegnere Domenico Luppino, referente della cosca in relazione agli appalti pubblici del comune e Domenico Forgione, inteso "Dominique", consigliere comunale di minoranza, che aveva il compito di monitorare gli appalti del comune per consentire l'infiltrazione da parte delle imprese riconducibili alla cosca eufemiese.

Arresti domiciliari, invece, per Domenico Creazzo con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Si era rivolto alla 'ndrangheta in particolare a Domenico Laurendi dapprima attraverso il fratello Antonino Creazzo in grado di procacciare voti, in cambio di favori e utilità, grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca Alvaro e poi direttamente, al fine di sbaragliare gli avversari politici. Creazzo era in lizza per la carica di Presidente del Consiglio regionale della Calabria.

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