Avvenire di Calabria

Il senatore di Forza Italia, in attesa della pronuncia della Giunta per le immunità, ha sollevato dubbi sulle contestazioni a suo carico

Operazione ”Eyphemos”, Siclari controbatte alle accuse dei pm

Redazione Web

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Il quarantenne finanziere prestato alla politica, Domenico Creazzo, non è l’unico uomo delle Istituzioni “pizzicato” dalla Dda di Reggio Calabria: si attende la pronuncia della Giunta per le immunità del Senato per la richiesta di arresto avanzata dai pm per Marco Siclari, parlamentare di Forza Italia, il cui fratello – sindaco di Villa San Giovanni, sempre nel reggino – è stato arrestato un mese fa dalla antimafia calabrese, guidata dal Procuratore capo, Giovanni Bombardieri.
Sembrerebbe spregiudicato l’atteggiamento di Marco Siclari, campione di preferenze in Aspromonte, durante le ultime politiche. I voti ottenuti sarebbero alla base di una contropartita: l’assunzione di una congiunta degli Alvaro alle Poste. Le contestazioni degli inquirenti si basano su un colloquio tra lo stesso Siclari, un uomo degli Alvaro e il dottor Galletta, medico ed ex consigliere provinciale in quota forzista. Nel corso delle intercettazioni, Domenico Laurendi avrebbe chiesto al sodale Natale Lupoi «di appoggiare politicamente il candidato Siclari definendolo "amico nostro"». Il Gip Cotroneo ha chiesto alla Giunta per le immunità del Senato di pronunciarsi sul rinvio a giudizio di Siclari, al pari di quanto accaduto con Matteo Salvini rispetto al caso della nave Gregoretti.
Non si è fatta attendere la reazione del senatore, con un lungo e articolato post su Facebook in cui controbatte - contestazione su contestazione - alla tesi formulata dalla magistratura inquirente. «Dopo le notizie uscite sulla stampa nazionale sento il dovere e la responsabilità morale di fare chiarezza. Pensavo fosse uno scherzo. Non avrei mai e poi mai e poi mai e poi mai potuto pensare fosse vero», ha dichiarato il senatore. «Vivo Roma dall’età di 20 anni. Mi sono sposato ed ho un figlio di 5 anni e che rappresenta la mia più grande ricchezza ed il mio più importante traguardo».
Siclari entra nel dettaglio delle contestazioni: «Mi viene contestato di aver avuto un incontro nella mia segreteria politica con un signore ritenuto vicino a delle famiglie mafiose. Questo signore ho letto dalle carte dell’inchiesta, all’epoca risultava incensurato. Sarebbe stato accompagnato nella mia segreteria dal medico curante del figlio. Questo medico curante è il Presidente della più importante Cooperativa dei Medici di Famiglia di Reggio Calabria dove bensì 8 4medici di famiglia fanno capo a lui, nonché attuale Responsabile dei Medici di Famiglia nella Task Force istituita dall’Asl per l’emergenza Coronavirus a Reggio Calabria. La nomina è stata data dal Commissario della Salute della Asp e dal direttore (nominati su indicazione del Governo Nazionale)». Poi le conclusioni: «Non morirò mai con accuse così infamanti. Il mio binario è quello della Legge ed è a senso unico».

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