Alle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di complesse e articolate indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito del procedimento penale n. 4631/20 R.G.N.R. D.D.A Mod. 21- convenzionalmente denominato “Pedigree 2”, la Squadra Mobile e i Carabinieri del ROS di Trento e Reggio Calabria hanno dato esecuzione al Decreto di Fermo nei confronti di 5 soggetti indiziati del delitto di associazione mafiosa in quanto appartenenti all’articolazione di ‘ndrangheta denominata cosca Serraino.
Contestualmente, è stata data esecuzione – dai Carabinieri del ROS di Trento – ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Trento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nell’ambito del procedimento convenzionalmente denominato “Perfido”, a carico di 19 soggetti indagati, a vario titolo, per i delitti di associazione mafiosa (locale di ‘ndrangheta di Lona Lases, proiezione della cosca Serraino nella provincia di Trento), scambio elettorale politico-mafioso, porto e detenzione illegale di armi da fuoco e riduzione o mantenimento in schiavitù.
L’inchiesta convenzionalmente denominata “Pedigree2”, coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Reggio Calabria, Stefano Musolino, Walter Ignazitto e Sara Amerio, ha portato al fermo di indiziato di delitto e sequestro preventivo d’urgenza emesso, sussistendo il pericolo di fuga, nei confronti di cinque persone.
L’indagine Pedigree 2:
- riassume gli ulteriori esiti di articolate investigazioni, condotte con l’ausilio di molteplici presidi tecnici di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e con l’apporto dichiarativo di numerosi collaboratori di Giustizia reggini, anche recenti;
- costituisce il seguito dell’operazione “Pedigree”, nell’ambito della quale la Squadra Mobile di Reggio Calabria, il 9 luglio scorso, ha tratto in arresto - in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il locale Tribunale - capi e gregari della cosca Serraino;
- è integrata dalle risultanze di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Trento, condotta dai Carabinieri del R.O.S. del luogo a carico di un’articolazione della cosca Serraino operante in Trentino Alto Adige, in costante contatto con gli esponenti più autorevoli della “casa madre” reggina. Convergenze di rilievo investigativo hanno portato al coordinamento promosso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e Trento sotto l’egida della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.