Si è svolta a Rizziconi presso l’Auditorium Diocesano la seconda giornata dell’Assemblea Diocesana per l’inizio dell’Anno Pastorale 2018-2019 “Abitare la Chiesa, abitare la Città… a partire dalla Evangeli Gaudium”. Assemblea diocesana in continuità con quella dell’anno scorso che in vista della prossima Assemblea generale ordinaria del Vescovi (3-28 ottobre) “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” aveva posto i giovani come attori protagonisti del rapporto Chiesa-mondoe che arricchita dall’esperienza avviata della Lectio divina per Vicarie, dalle missione nelle movide di sera-sabato notte dei nostri seminaristi del triennio teologico e dalle Proposizioni del Sinodo nella rielaborazione finale, darà certamente “spunti chiari - come affermato dal nostro Vescovo Mons. Francesco Milito – per la nostra pastorale giovanile, tanto complessa, quanto di continuo da ripensare, riorganizzare e riprogettare”.
Nell’ampia introduzione del primo giorno il Vescovo ha spiegato anche perché la base del nostro riflettere di quest’anno “Abitare la Chiesa, abitare la città”, identica a quella del settembre 2017, cambia e si volge a un orizzonte più ampio e universale, sviluppandosi “a partire dall’EvangeliiGaudium”, Esortazione apostolica travolgente di papa Francesco, testo programmatico del suo pontificato,da riprendere per fissarne nella memoria e nelle scelte i passaggi determinanti. Soprattutto un passaggio specifico del documento sulle prospettive pastorali della nuova evangelizzazione e inculturazione della fede, richiamato dal Vescovo: “E’ imperioso il bisogno di evangelizzare le culture per inculturare il Vangelo…si tratterà di favorire nuovi processi di evangelizzazione delle cultura” perché ogni cultura necessita di purificazione e maturazione, soprattutto le culture popolari di popolazioni cattoliche di cui il Papa indica alcune debolezze che devono essere ancora sanate dal Vangelo: il maschilismo, l’alcolismo, la violenza domestica, una scarsa partecipazione all’Eucaristia, credenze fataliste o superstiziose che fanno ricorrere alla stregoneria eccetera.
Da qui una serie di domande poste da Sua Eccellenza che riguardano soprattutto il nostro vivere nella Chiesa, nel chiuso della parrocchia o delle varie forme di appartenenza aGruppi,Movimenti, Associazioni, Cammini, percorsi di fede senza “sentirsi e vedersi coinvolgere pienamente negli indirizzi diocesani”.
A partire dall’Evangelii Gudium il Vescovo ha lì richiamato gli otto “no” del capitolo secondo dell’Esortazione che entrando con forza nella Crisi dell’impegno comunitario, vanno diritto nel vivo dei problemi, i primi quattro con le sfide del mondo attuale, che richiamano le sfide della cultura urbana, gli altri con le tentazioni degli operatori pastorali che richiamano le sfide ecclesiali, con gli altri capitoli che fanno emergere l’immagine di una Chiesa in uscita che molto più che una frase ad effetto indica un dinamismo propulsivo capace di trasformare la vita della Chiesa universale.
Èquanto peraltro emerso nelle parole dei gruppi di lavoro che per due ore si sono confrontati su alcune domande suggerite dalle relazioni di mons. Nunzio Galantino e di don Armando Matteo, poi riportate in assemblea dai coordinatori che hanno chiesto che la nostra Chiesa locale sia Chiesa in uscita, missionaria, non arroccata aschemi, tradizioni e privilegi, non autoreferenziale, individualista, statica, ma comunità viva, accogliente, misericordiosa,aperta ai problemi sociali, testimone credibile di fede, speranza e carità. Le relazioni diventeranno, come per l’anno trascorso, un Quaderno-guida utile per la programmazione della pastorale diocesana.
Le conclusioni del Vescovo, una specie di tinteggiatura, come le ha definite, di quanto ascoltato nei due giorni con il suo desiderio di:
• una Chiesa orante in preghiera, fedele prima alla Parola ascoltata e poi a quella di dire;
• una Chiesa aperta, partendo dalle nostre chiusure, mentalità, modi agire;
• una Chiesa in uscita, da schemi e comportamenti per andare incontro a scelte, luoghi dove abitano gli uomini, incontrandoli nel tempo e soprattutto nello spazio;
• una Chiesa missionaria, che, come affermava Paolo VI, quando prende coscienza diventa missionaria, annunciando il Kerigma della Salvezza per non restare ancorati a tradizioni o a quant’altro oscuri il Mistero Pasquale;
• una Chiesa misericordiosa, che rifugge dal male, dall’odio;
• una Chiesa attenta alla persona, perché si è completi solo se nell’altro scopre il suo essere umano-divino.
Un riferimento poi agli adulti, riflettendo che per loro, per la Pastorale della seconda età, c’è molto ancora da fare.
Il Vescovo, avviandosi alla conclusione ha comunicato che sull’Assemblea Diocesana ci sarà una verifica non a breve termine, come l’anno scorsoma a marzo, in quaresima, tempo di conversione soprattutto personale, non tanto per gli altri o per le strutture, che si farà nelle Vicarie.
Per i giovani il Vescovo ha comunicato che in novembre ci sarà un incontro di verifica per far sì che l’esperienza della Lectio divina diventi permanente.
Il Vescovo ha terminato il suo intervento conclusivo con due parole: Chiesa e Città;la Chiesa per ricordare che esiste una città, quella celeste, che illumina il nostro cammino, la Gerusalemme celeste, escatologia permanente, che dà il senso alla nostra peregrinatio terrena, constatando che spesso non si è profetici perché di dimentica il senso dell’eternità; la Città, per ricordare che spesso non conosciamo tante problematiche del vissuto che interessano la vita della Chiesa, per esempio nell’ambito matrimoniale, conoscenza indispensabile per realizzare una pastorale veramente efficace.
Un riferimento infine a un’immagine, quella del logo di quest’anno pastorale, con il battente con le due viti, una fissata, l’altra da avvitaree questo saldamente fondati e radicati in Cristo, per essere coscienti del nostro impegno, mettendo da parte tanta accidia spirituale che spesso immobilizza il nostro agire, perché questo sarà un anno di scelte radicali affidate alla coscienza morale di noi cristiani che devono lavorare insieme e impegnarsi per realizzare la diocesanità, sentendosi figli e figli della Chiesa diocesana, sentendosi parte della sua fede e della sua storia, con l’augurio espresso da sua Eccellenza che le cose belle che il Signore ci fa vivere diventino passione per noi, sicuri che quello che vogliamo nel Signore si può realizzare
La Celebrazione dei Vespri ha concluso l’Assemblea Diocesana di quest’anno con la certezza che, come desiderato e indicato dal nostro Vescovonella introduzione del primo giorno, le nostre voci “fondendosi, diventeranno un solo coro di amore per la nostra santa Chiesa di Oppido-Palmi, chiamata a vivere il cuore dell’Evangelii Gaudium, tutta incentrata sulla “vera conversione” per la riforma della Chiesa in uscita missionaria”, ovvero “Il nuovo umanesimo in Cristo Gesù”.
Cecè Caruso