Avvenire di Calabria

L'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova ha presieduto la tradizionale cerimonia di preparazione alla Pasqua

Precetto interforze, Morosini: «Credere ai valori, non ai segni»

Redazione Web

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Si è tenuta oggi, presso la Cattedrale di Reggio Calabria, la celebrazione del precetto pasquale delle forze dell'ordine officiata da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo metropolita dell'arcidiocesi di Reggio-Bova. Il presule si è rivolto ai militari presenti focalizzando l'attenzione della propria omelia sul «problema della fede».

«Quando gli atti religiosi diventano vero atto di fede? - ha detto Morosini - Il Vangelo oggi ci ripropone in modo drammatico la relazione fede-segni. Non c’è allora un legame necessario tra miracolo e fede. Gesù stesso, raccontando la parabola di Lazzaro e del ricco Epulone, fa dire ad Abramo in risposta al ricco che gli chiedeva di inviare Lazzaro dai fratelli perché si convertissero: "Hanno Mosé e i profeti, se si vogliono convertire". E, all’insistenza del ricco, che riteneva necessario un messaggero dal regno dei morti, rispose: "Se non credono a Mosé e ai profeti, neanche se uno risorge dai morti gli crederanno"».

«Il fondamento della fede va cercato allora non nei segni, che sono pienamente comprensibili solo se la fede esiste già, ma nel silenzio profondo della propria coscienza; - ha sottolineato il pastore della chiesa reggina - La fede cristiana nasce quando la coscienza dell’uomo si imbatte in Gesù di Nazaret, col suo Vangelo e con la sua Chiesa. Solo quando Lui  e il suo Vangelo ci appaiono come risposta ai nostri interrogativi, possiamo dire che nasce la fede, perché il quel Vangelo troviamo pace e speranza; negli avvenimenti della vita di Gesù troviamo risposte ai nostri interrogativi».

«Al termine di queste riflessione un grande grazie a tutti voi, ai vari livelli di competenza, per la continua e instancabile azione di individuazione e di repressione del male. Gratitudine soprattutto per la fermezza dell’azione, a costo anche di reazioni inconsulte e violente, alle quali abbiamo assistito in questi giorni. Vada a tutti voi - conclude monsignor Morosini - la nostra gratitudine».

 

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