Avvenire di Calabria

Sponsorizzato dai renziani, dai quali ha subito preso le distanze, rischia di trovarsi isolato

Primarie del Pd. Marco Minniti, voci di ritiro

Redazione Web

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Langue il lavoro nei circoli. La mobilitazione sperata sul territorio non si vede. Marco Minniti ascolta piuttosto le indiscrezioni sempre più pressanti che vogliono Matteo Renzi vicino all’addio al Pd e pronto a fare un soggetto nuovo. L’ex ministro dell’Interno annulla gli appuntamenti radiotelevisivi dei prossimi tre giorni. Con queste premesse, confida, potrebbe saltare la candidatura alla leadership. Ma l’ipotesi di un passo indietro preoccupa lo staff che assicura fedeltà alla causa.

Tra i concorrenti, il compito dell’ex ministro appare il più delicato. Sponsorizzato dai renziani (non da tutti, però, visto che Delrio e altri sono al lavoro per Martina), dai quali ha subito preso le distanze per non essere 'divorato' da Renzi, Minniti rischia di trovarsi isolato, se davvero il senatore di Scandicci si decide al grande passo e abbandona il Pd. La minaccia di mollare tutto, che trapela a metà pomeriggio, convince i 'colonnelli' renziani a mettersi a tavolino e pianificare il lavoro. Lorenzo Guerini assicura che la raccolta firme è a buon punto e va avanti. Mentre Matteo Ricci, già responsabile Enti Locali nella segreteria Renzi chiede di frenare le polemiche: «Basta retroscena su nuovi soggetti o divisioni. Serve un Pd unito, riformista, aperto e con leadership autorevole. Serve un’opposizione dura e un’alternativa europeista e di popolo. Basta indiscrezioni e confusione, tutti al lavoro per un congresso di rilancio». Certo che si possa procedere con Minniti si dice il vicepresidente dem della Camera Ettore Rosato.

Lo stesso Matteo Renzi smentisce le indiscrezioni, alimentate dall’incontro a Palazzo Madama con il forzista Paolo Romani, con il quale si starebbe ragionando al nuovo soggetto politico: «Notizia falsa. Certa gente non sta bene», taglia corto l’ex segretario del Pd. Per ora, insomma, si va avanti, sia pure senza quella fiducia reciproca necessaria a rilanciare il partito. Così ancora una volta Paolo Gentiloni incoraggia il lavoro dei contendenti, e invita a lavorare per il Pd, «senza esserne per forza il numero uno ». Mentre anche Martina continua la sua campagna per la leadership in nome dell’unità.

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