Avvenire di Calabria

L'analisi del professore Giorgio Vecchio dell'Università di Parma che evidenzia alcune "dimenticanze" storiche gravi

Quel 25 aprile spesso non raccontato: l’impegno dei partigiani cattolici

Sono 425 i sacerdoti uccisi durante i mesi della Resistenza, impossibile risalire ai laici cattolici caduti in prima linea

di Redazione Web

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Quanti si ricordano dei partigiani cattolici? Pochi, anzi quasi nessuno.

Oggi è la Festa della Liberazione: un 25 aprile che assume in significato particolare se si pensa a quanto sta accadendo in Est Europa; spesso questa data è stata "ad appannagio" di fazioni politiche che hanno sminuito (o persino dimenticato) l'impegno di sacerdoti e cattolici durante la Resistenza.

Il 25 aprile dei partigiani cattolici

Giuseppe Dossetti, Pasquale Marconi, Pietro Del Giudice, Ermanno Gorrieri, don Pietro Morosini, don Secondo Pollo, don Pasquino Borghi, don Eugenio Leoni, don Domenico Orlandini, don Concezio Chiaretti, don Aldo Mei, don Carlo Manziana. E ancora Odoardo Focherini e Teresio Olivelli. Solo per citare alcuni dei nomi di cattolici – sacerdoti e laici – che hanno partecipato alla guerra di liberazione.


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Dire con esattezze quanti furono i cattolici che fecero parte di formazioni armate non è possibile. Ad esempio, l'Azione cattolica ebbe 1279 soci e 202 assistenti caduti. In totale, secondo la ricostruzione storica di Franzinelli, sono 425 i preti uccisi (191 dai fascisti, 125 dai tedeschi, 109 dai partigiani).

Dati parziali e solo in parte verificati. Uno dei motivi di questo approssimazione è il fatto che la ricostruzione storiografica «a lungo è ondeggiata tra la geografia e l’apologetica da una parte e la rimozione dall’altra. Spesso la rimozione è stata sia da parte della sinistra per lo più comunista, sia della stessa Chiesa e dello stesso mondo cattolico per ragioni inerenti anche ai vari contesti politici e culturali» come spiega il professor Giorgio Vecchio dell'Università di Parma.


PER APPROFONDIRE: La Liberazione nel ricordo degli scout-partigiani


I sacerdoti nella Resistenza hanno svolto tanti ruoli. Da fonte d’ispirazione per i giovani saliti in montagna fino a diventare essi stessi comandanti di formazioni partigiane.

«Penso – ha detto Vecchio – a don Antonio Milesi nel bergamasco, don Vittorio Bonomelli nel bresciano, Arndt Paul Richard Lauritzen, frate di origine nordica – nome di battaglia "Paolo il Danese" – nel parmense e don Orlandini, fondatore delle Fiamme Verdi reggiane, che ricordava ai suoi di essere "uomini che non tolgono la vita, ma che la salvano"». Un problema rispetto alle storie dei cattolici nella Resistenza – ha concluso Vecchio – «è, che a parte alcuni casi simbolo, la memoria di questi combattenti è rimasta confinata a livello locale».

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