Avvenire di Calabria

Nella cittadina tirrenica la nascita della devozione verso San Francesco è, dopo quella per il patrono San Rocco (fine XV secolo), la più antica

Quel profondo e antico legame tra Scilla e il santo dei calabresi

Redazione Web

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Oggi, 2 aprile, la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Francesco di Paola. Patrono di Calabria e della gente di mare, è fra i santi più venerati del Bel Paese, ma popolare anche in altri Paesi, come Francia o Germania. Si pensi alla nota birra Paulaner, originariamente prodotta in Germania proprio dai frati minimi, lì conosciuti, appunto, come «Paulaner», paolani.

A Scilla la nascita della devozione verso San Francesco è, dopo quella per il patrono della città San Rocco (fine XV secolo), la più antica. San Francesco morì nel 1507 e venne canonizzato nel 1519. Già intorno alla metà del 1500 Scilla custodiva e venerava in un altare all'interno del Duomo dell’Immacolata una bellissima tavola dipinta raffigurante il santo paolano.

Questa bellissima opera venne traslata nel 1700 presso la chiesa dello Spirito Santo - all’estremità settentrionale del lungomare di Scilla, proprio alla base della rupe del Castello, esempio di tardobarocco molto armonioso - dove tutt'oggi è possibile ammirarla nel primo altare laterale a sinistra della navata. Proprio in questa chiesa crebbe e si rafforzò la grande devozione verso il santo calabrese.

La metà del XVIII secolo vide la realizzazione di una bellissima statua in teloplastica e gesso che tutt'oggi viene portata in processione in occasione degli annuali festeggiamenti. In passato, è stata portata anche in mare in un corteo di pescherecci addobbati a festa.

La festa di San Francesco a Scilla è stata, fino alla metà del secolo scorso, dopo quella di San Rocco, la più conosciuta nell’intero comprensorio. Veniva celebrata giorno di Pasquetta ed era caratterizzata da una presenza enorme di persone che accalcava la spiaggia sin dalle prime ore della giornata.

Aspettata dai più giovani per i caratteristici giochi popolari come «l’arbiru ra cuccagna» o «a ntinna a mari», è stata caratterizzata sempre da momenti di forte spiritualità. In occasione dei festeggiamenti del 2001 abbiamo avuto la grazia di ospitare le reliquie del mantello, che la vita del Santo narra abbia fatto da «barca» nel prodigioso attraversamento dello Stretto di Messina, e di un molare.

In questa occasione predicò padre Vincenzo Arzente O.M. che fece dono del suo cordone che tutt’oggi cinge i fianchi del nostro santo. Qualche tempo dopo, Scilla stessa ha ricevuto il dono di custodire permanentemente una reliquia. Nel 2002 e nel 2013 ospitammo la reliquia del dito del Santo, custodita a Lamezia Terme Sambiase.

Il 2 aprile del 2009, la via che unisce piazza Spirito Santo e il lungomare al porto è stata dedicata a San Francesco di Paola. Nel 2014, l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, il padre minimo Giuseppe Fiorini Morosini, accolse con la comunità di Scilla la reliquia del «cappuccio» del Santo, custodita a Cosenza, e benedisse la composizione artistica in ceramica che, sulla citata via a Lui dedicata, ricorda i cinquecento anni del miracolo dell’attraversamento dello Stretto.

Momenti davvero belli che hanno lasciato il segno nelle menti e, soprattutto, nei cuori degli scillesi e dei pellegrini del circondario e che hanno contribuito a cementare i valori di carità e attenzione ai fratelli che si mettono in moto quasi spontaneamente soprattutto in periodi come questo della pandemia di covid-19 e delle sue conseguenze economiche. Momenti che, passato questo periodo di prova, continueranno ad essere punto fermo delle attività della nostra Parrocchia.

di Rocco Panuccio

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