Non solo miracoli, ma proposta educativa per aiutare i giovani a discernere ciò che conta
Quella santità che nasce da un «sì» quotidiano
Frassati e Acutis: così la fede trasforma la vita ordinaria in una missione straordinaria
di Domenico Marino
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Papa Leone, nella sua omelia durante la Messa per la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis del 7 settembre 2025, propone una chiave di lettura semplice e radicale della loro vita e della loro santità: cercare la Sapienza di Dio per non sprecare la vita e aderire fino in fondo al progetto di Cristo, liberandosi dagli attaccamenti che rendono opaco il cuore, scegliendo la via stretta del discepolato e lasciandosi riorientare dallo Spirito.
Non è un invito alla rinuncia sterile, ma una pedagogia della libertà che permette di mettere ordine ai desideri, alle forze e ai talenti perché tutto concorra a un bene più grande. Nella Lettera a Diogneto la santità dei laici non è fuga dal mondo, bensì un diverso modo di abitarlo e di vivificarlo.
La santità non nasce da un eroismo improvvisato, ma da un sì quotidiano che ridisegna scelte, relazioni e priorità. Dentro questa cornice, la coppia di nuovi santi funziona da ponte tra epoche e linguaggi.
Pier Giorgio Frassati: fede, amicizia e impegno sociale
Pier Giorgio Frassati nasce a Torino nel 1901, in una famiglia di rilievo pubblico e culturale; cresce tra studio, amicizie e passione per la montagna. Sceglie gli studi di ingegneria mineraria al Politecnico, con l’idea di lavorare un giorno a contatto con i minatori, unendo competenza e giustizia sociale. La sua fede matura nella vita associativa: Azione Cattolica, Conferenze di San Vincenzo, Fuci, fino all’ingresso nel Terz’Ordine domenicano, dove assume uno stile sobrio, intenso, centrato sull’Eucaristia e sulla carità concreta. A Torino è instancabile nel servizio ai poveri: porta viveri e medicine, visita malati e famiglie in difficoltà, coinvolge gli amici, trasforma il tempo libero in prossimità. Coltiva anche un forte senso civico: segue la vita pubblica, si impegna con coscienza, porta nel dibattito la visione sociale del Vangelo; fervente antifascista, lotta attivamente contro il regime.
Muore nel 1925, a 24 anni, per poliomielite; ai funerali, insieme ai notabili e agli amici di famiglia, si presenta una folla enorme di persone semplici che lui aveva sempre aiutato. Nel 1990 viene beatificato; la canonizzazione ne suggella il profilo di laico dalla fede gioiosa, capace di unire contemplazione, amicizia e responsabilità sociale.
Carlo Acutis: fede "digitale" e carità concreta
Carlo Acutis nasce a Londra nel 1991 da genitori italiani e cresce a Milano. Fin da bambino vive una religiosità fresca e concreta: ama la Messa, la preghiera, la Confessione; integra con naturalezza scuola, sport e servizio. Mostra presto curiosità e talento informatico, che mette al servizio dell’evangelizzazione: realizza un grande progetto di documentazione dei miracoli eucaristici, crea contenuti digitali, aiuta coetanei e adulti a orientarsi tra fede e tecnologia. Non separa mai l’online dall’offline: oltre al lavoro al computer, dedica tempo ai poveri e alle persone fragili, con gesti semplici e regolari. Nel 2006, a 15 anni, si ammala di leucemia aggressiva e muore a Monza; viene sepolto ad Assisi, luogo che sente come casa spirituale.
La beatificazione arriva nel 2020, la canonizzazione il 7 settembre 2025, con il riconoscimento di una testimonianza di vita che unisce pietà e creatività, linguaggio digitale e vita sacramentale. È percepito come un riferimento per famiglie e nuove generazioni, perché mostra come i talenti tecnologici possano diventare strumenti di bene radicati nella fede vissuta. Frassati mostra che la fede, vissuta nel quotidiano, ha ricadute civiche e sociali: partecipazione, responsabilità, prossimità agli ultimi.
Acutis dimostra che l’alfabeto digitale non è neutro: può diventare catechesi visiva, narrazione della fede, rete di bene se guidato da una vita sacramentale sobria e fedele. Insieme, i due santi smentiscono lo stereotipo che oppone interiorità e azione: contemplazione e carità si richiamano e si potenziano; la Sapienza ordina, la sequela libera, la testimonianza rende feconda la vita.
La santità nella vita quotidiana
È anche una proposta educativa: aiutare i giovani a discernere ciò che conta, a custodire pratiche semplici (Eucaristia, Confessione, preghiera) e a tradurre la fede in gesti concreti e verificabili, online e offline. Non c’è retorica dell’eccezionale: c’è la normalità della santità, resa credibile da scelte ripetute, piccole ma coerenti.
Infine, la canonizzazione congiunta ha un valore simbolico e missionario. Offre alla Chiesa un doppio lessico per dire santità: il linguaggio dell’impegno sociale e quello della cultura digitale. Guardare in alto non significa evadere, ma mettere Dio al centro per far fiorire tutto il resto — studio, lavoro, amicizie, servizio — in una sintesi che non scarta nulla, ma tutto ordina e rende fecondo.
Il 23 ottobre 2005 migliaia di fedeli parteciparono alla celebrazione in Vaticano. Papa Ratzinger lo definì «segno di speranza» per una terra che sa rinascere attraverso la fede e la carità
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