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Pronti i sit-in di protesta a Gioia Tauro sull'annunciato raddoppio del Termovalorizzatore. Accanto ad attivisti e cittadini si sono schierati anche i big degli Enti locali di Reggio Calabria in quello che si configura come uno scontro politico tra i due schieramenti di centrodestra e centrosinistra.
Il raddoppio del Termovalorizzatore di Gioia Tauro è più di un’idea: la scadenza per la presentazione del project financing dell’opera è stata fissata dalle Regione Calabria per il 30 maggio.
L’avviso pubblico esplorativo in capo al Dipartimento Territorio e tutela dell’ambiente dell’Ente regionale fa da apripista alla riforma sui servizi pubblici calabresi (la famigerata “Ato regionale”) varata da Roberto Occhiuto poche settimane fa e che ha portato alla nomina di Bruno Gualtieri quale presidente della nascente Multiutility.
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Questo il contesto da cui si muovono le proteste. Uno scenario che, in realtà, non fa da sfondo alle vicende politiche. Tutt’altro.
Di fronte ad alcuni “no” ideologici, quali quelli di Aldo Alessio, per formazione e coscienza politica contrario all’opera sin dai primordi, ci sono altre prese di posizione che pongono la vicenda su un piano di pragmatismo politico: da una parte la Città metropolitana di Reggio Calabria che con grande ritardo aveva presentato il proprio Ambito territoriale ottimale (Ato) per provare a uscire dalle sacche della crisi rifiuti, dall’altra la Regione Calabria che, nei fatti, l’ha commissariata senza trasferire le deleghe specifiche come invece sarebbe previsto dal legislatore.
Un battage mediatico sospinto da tutti gli uomini del centrosinistra calabrese. A tal proposito abbiamo sentito il sindaco facenti funzioni della Città metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, che ha specificato la posizione di Palazzo Alvaro: «Non è certo una questione politica, né di campanile, ma su questa vicenda registriamo un evidente problema di metodo perché su un tema così importante i processi decisionali devono essere concertati».
«Ciò, naturalmente, non significa, - ha aggiunto Versace - essere contrari al termovalorizzatore, ma occorre mettere prima di tutto al centro le priorità, come la messa in sicurezza e l’ammodernamento di questo impianto. Se qualcuno pensa di ridurre il territorio di Gioia Tauro ad una sorta di pattumeria regionale, noi naturalmente saremo in prima linea per contrastare con forza questa idea».
Sul fronte del centrodestra nessuna posizione ufficiale. I ben informati parlano di un fronte coeso per schermare l’azione di Occhiuto che non intende fare un passo indietro sul raddoppio del Termovalorizzatore di Gioia Tauro, investimento ritenuto strategico dal governatore.
PER APPROFONDIRE: Sistema rifiuti, la Regione va per la sua strada: approvata la Multiutility
Nel mezzo di queste beghe, c’è il sentimento di delusione di attivisti e movimenti ecologisti della Piana di Gioia Tauro. Un fronte comune di diverse sigle che, da sempre, denunciano strane coincidenze tra la presenza dell’impianto e il moltiplicarsi di patologie gravi sul territorio e che si sono dati appuntamenti per un sit-in di protesta per il prossimo 7 maggio.
A supportarli, in questa fase, c’è tutto il centrosinistra calabrese con la candidata alla presidenza della Regione, Amalia Bruni, in prima linea coi sindaci del reggino. Ma, a proposito, di centrosinistra e di Partito democratico c’è da registrare un’ultima nota: il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, eletto col sostegno del Pd, nel segno della discontinuità dalla gestione precedente targata Mario Occhiuto (fratello del governatore Roberto), chiede che che il Termovalorizzatore venga fatto proprio a Cosenza: «Ci consentirebbe di abbattere sensibilmente i costi di smaltimento. Nel mio programma c’è la realizzazione di un impianto di nuova generazione che proietterà la nostra città verso il futuro e tra quelle più evolute in questo settore».
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Il neuropsichiatra infantile e responsabile del Centro di Riabilitazione dell’Associazione Piccola Opera Papa Giovanni di Reggio Calabria approfondisce il tema.
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