«Matteo Renzi si è finalmente dimesso, cosa aspetta ancora Giuseppe Falcomatà?». Così la deputata del M5S Federica Dieni. «Il 5 dicembre 2016 – continua – sarà ricordato come il giorno in cui è stata salvata la Costituzione e in cui l’Italia è stata liberata dal ducetto di Rignano. Ma mentre Renzi si è assunto la responsabilità di una clamorosa sconfitta – e non poteva fare altrimenti –, a Reggio Calabria il sindaco tace, nonostante sia stato uno dei principali sostenitori di una riforma che, avesse vinto il Sì, avrebbe spazzato via i diritti fondamentali della nostra Repubblica». «Il 70% dei reggini – prosegue Dieni –, rifiutando la riforma, ha anche detto No a Falcomatà e a una amministrazione che, negli ultimi mesi, si è preoccupata più di consegnare uno scranno in Senato al suo capo piuttosto che di risolvere i gravissimi problemi di una città che in due anni ha fatto passo indietro impressionanti». La deputata aggiunge: «Il trionfo del No è una conquista del M5S e, soprattutto a Reggio, rappresenta la vittoria di Davide contro Golia. Qui un piccolo ma agguerrito gruppo di volontari e di attivisti è riuscito a sconfiggere nettamente la corazzata messa in piedi da Falcomatà e dai suoi tirapiedi. Le truppe cammellate del Pd, i soliti gruppi di potere, le lobby locali, i comitati d’affari sono stati spazzati via da un voto libero e consapevole, espresso dalle forze più sane della città». «Falcomatà – conclude Dieni – adesso non può fare lo gnorri, non può fingere di non conoscere Renzi e ignorare quel che è successo nella più grande città della Calabria. Il voto di ieri, oltre ad archiviare una riforma orribile, è una secca bocciatura dell’operato del sindaco di Reggio, che per responsabilità politica dovrebbe quanto meno ammettere la sconfitta e prendere le decisioni conseguenti. Il M5S, dal canto suo, è pronto a inaugurare una nuova stagione in una città che ha bisogno di voltare definitivamente pagina».