Avvenire di Calabria

La casa per i senzatetto nel bene confiscato è rimasta sempre chiusa

Reggio Calabria, anche l’inverno è un’emergenza

Saverio Pazzano

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Le persone che vivono nella povertà hanno sempre troppa fretta. Pretendono di sapere se oggi mangeranno, se potranno dormire al coperto e al caldo, fare una doccia, beneficiare di una visita medica, avere un lavoro. I tempi degli impoveriti non corrispondono mai ai tempi tecnici necessari, ai meccanismi della macchina amministrativa. Eppure gli impoveriti sanno benissimo di essere alla mercé di questi impicci, così come lo sono delle intemperie. Impoveriti perché nessuno nasce povero per genetica o volontà superiore, ma lo diventa a causa di un sistema iniquo.

Solo chi trascorre con loro del tempo sa quanto negli impoveriti si faccia evidente la condizione umana: il bisogno dell’altro, il riconoscimento della propria dignità. Questa fragilità può essere aiutata con un principio di giustizia, di pietà e compassione volte a risollevare la persona, o con il pietismo, cioè con quella combinazione di soluzioni che si attiva ad emozione.

Il primo principio è tema della Politica, il secondo del politichese.

All’inizio di quest’anno, a Reggio Calabria, abbiamo assistito ad una iniziativa del Sindaco: l’apertura di Palazzo San Giorgio ai senzatetto della città. Una cosa importante e simbolica, in un’Italia in cui si susseguono le ordinanze che puniscono le vergogne dell’Occidente: l’accattonaggio e la povertà. Decoro è diventata parola volgarissima, da usare il meno possibile. Nel clima generale di aggressione alla povertà, il Sindaco ha voluto aprire la casa pubblica dei reggini agli ultimi. Bene, anzi benissimo. Ma poi? Ogni iniziativa occasionale rischia di trasformare gli ultimi in carne da selfie. Ecco, dunque, l’apertura de La stella cometa, una casa per i senzatetto. Attenzione dalla stampa locale e nazionale, tanto più che la struttura era un bene confiscato alla cosca Audino che ritornava alla comunità. Poco tempo dopo la struttura risultava chiusa. I senzatetto ancora in strada, aiutati esclusivamente dai volontari e dalla Caritas. Proprio come avveniva prima. L’assistenza, a Reggio Calabria, è sostenuta unicamente da queste forze, in ogni aspetto, per ogni esigenza. Sapendo quanto occorra programmare prima che il problema esploda, i volontari hanno provato ad avere qualche chiara risposta dall’Amministrazione, senza riceverne. “L’Amministrazione Comunale metterà un luogo a disposizione per i senzatetto, prima che arrivi il freddo?”.

Quando non si programma, ogni cosa diventa emergenza. Così il freddo -prevedibilissimo- diventa Emergenza Freddo. I volontari sono disperati, i senzatetto di più. Il Comune, pressato da più parti, qualcosa farà. Ma è giusto funzioni così?

Con la stessa ufficialità con la quale si è aperta la Stella Cometa si sarebbe dovuto rendere conto della sua chiusura, trovare una soluzione per tempo, insieme a coloro che ogni giorno dell’anno sono impegnati con e per i senzatetto. In Lettera a una professoressa è scritto che la Politica è scoprire che il problema dell’altro è uguale al mio, e uscirne insieme; il resto è avarizia. Basterebbe conformarsi a questo principio per costruire partecipazione. Occorreva porre sul tavolo il problema e trovare, insieme alle forze davvero virtuose di questa città, una soluzione. Così si costruisce la legalità, così si dà prova di quanto “stare dalla parte della legalità conviene sempre”. Altrimenti conviene ogni tanto, giusto quando è conveniente.

* docente e scrittore

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