Avvenire di Calabria

Si avvicina la data fatidica in cui la commissione ministeriale dovrà decidere sulle dieci candidate italiane al titolo

Reggio Capitale della Cultura, la visione del Rhegium Julii: «Serve una visione comune»

Il presidente del Circolo, Pino Bova indica il percorso da seguire: «Solo così si vince la sfida guardando al futuro»

di Francesco Chindemi

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«Reggio Calabria Capitale della Cultura 2027 non è un’impresa facile. Serve una proposta originale, capace di colpire la Commissione per innovazione e visione unitaria», afferma il presidente del Rhegium Julii, Pino Bova, sottolineando il contributo del Circolo alla candidatura della città.

Qual è stato il ruolo del Rhegium Julii nella promozione della candidatura di Reggio Calabria a Capitale Italiana della Cultura 2027 e quali sono le iniziative più significative messe in campo finora?

Tagliare il traguardo di Reggio Calabria Capitale della Cultura 2027 non è impresa facile. Bisogna creare una proposta originale che abbia solide basi e sappia “fulminare” la Commissione preposta per le prospettive che apre, per gli scenari originali di creatività e per la capacità di programmazione, innovazione e modernizzazione espressa dal territorio. Queste battaglie non si vincono mai da soli; necessitano, innanzitutto, di una grande convergenza (politica, società, associazionismo) e del coinvolgimento di figure capaci di dare input vincenti.



In ragione di ciò, come Rhegium, consideriamo fondamentale costruire un contesto in cui non prevalga un’atavica logica di separatezza, ma la cultura dell’unità, specie tra i rappresentanti istituzionali e, successivamente, tra il corpo sociale e culturale. Appare indispensabile, inoltre, il sostegno di forze intellettuali che, nel Paese e all’estero, esprimano un forte interesse per questa scelta. Reggio Calabria ha un suo unicum. È tra le poche città al mondo sorte su uno Stretto, ha una vocazione mediterranea, una storia millenaria e un patrimonio di infrastrutture culturali di grande valore. Occorre recuperare la filosofia del viaggio, la storia dell’Ulissismo, dove il nostro territorio è ben presente nell’Odissea di Omero (lo spiaggiamento delle “barchette di San Pietro” e la mitica Scylla). Senza dimenticare i bastioni dei 14 fortini che si affacciano sullo Stretto e possono valorizzare tutti gli aspetti paesaggistici ed ecologici dei nostri luoghi.

Dopo le prime iniziative per promuovere la candidatura, quali nuovi progetti il circolo intende avviare per sostenere concretamente questo obiettivo?

La città di Reggio Calabria ha espresso, in questi ultimi anni, importanti iniziative che hanno suscitato un notevole interesse culturale tra i giovani, in tutta la regione e nel Paese. Pensiamo alla Biennale del Mediterraneo, organizzata dalle università dirimpettaie di Reggio e di Messina, al Premio Cosmos per l’astronomia, che registra adesioni molto importanti anche a livello internazionale, e al Premio Rhegium Julii, giunto quest’anno alla 57ª edizione, molto seguito sia in Italia che all’estero. Senza dimenticare i Caffè letterari, la Giornata mondiale della poesia e del libro. Noi pensiamo che questo patrimonio di base vada implementato con iniziative capaci di irrobustire la programmazione esistente e rafforzare l’impegno per il futuro. A cominciare da un Forum denominato “Rotte mediterranee”, capace di interrogarsi sulle economie d’integrazione e sulle città sostenibili, sulle università diffuse e sulla contaminazione derivante dall’incrocio con storie e culture diverse, sui prodotti di nicchia del territorio, come il bergamotto.


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, Capitale della Cultura: un inno musicale accompagnerà la candidatura


Non dimentichiamo, inoltre, l’importante momento vissuto dalla nostra città quando l’Autorità delle comunicazioni dell’epoca, presieduta da Corrado Calabrò, realizzò al GH Altafiumara un importante meeting con tutti i network dei Paesi del Mediterraneo, un crocevia di storia, cultura e informazione davvero straordinario. Pensiamo che sia il momento di creare, presso una delle nostre università, un “Osservatorio della conoscenza e della comunicazione”. Un’altra iniziativa ritenuta importante è un Reading letterario internazionale con interpreti e personalità di tutto il mondo presenti a Reggio Calabria. Infine, pensiamo alla rivitalizzazione di un attrattore culturale come l’ex Monastero della Visitazione, da destinare a luogo per mostre e a un format editoriale con incontri tematici. Ovviamente, altre iniziative sono in fase di elaborazione, ma queste occasioni appaiono già abbastanza interessanti per il cambiamento che possono determinare.

La città vanta un patrimonio culturale ricco e variegato. Quali elementi di questa ricchezza, secondo lei, andrebbero valorizzati con maggiore incisività, anche in vista del 2027?

Poche città possono vantare fattori di metropolizzazione culturale come Reggio Calabria. Penso alle due università: la Mediterranea e la “Dante Alighieri”, al Conservatorio di Musica “Francesco Cilea”, all’Accademia delle Belle Arti, al Liceo artistico, peraltro figli di uno stesso protagonista della vita pubblica reggina, l’on. Giuseppe Reale. Al Museo Nazionale con i Bronzi di Riace, al Museo diocesano, al Palazzo della Cultura, alla Pinacoteca, al Museo Frangipane, al Teatro Francesco Cilea, al Planetario, fino al nuovo attrattore culturale che si prepara ad essere il Museo del Mare. Senza dimenticare il patrimonio dell’Orto Botanico e il patrimonio floreale del Lungomare.

A nostro avviso, andrebbe recuperato il Teatro Arena Lido, che potrebbe essere destinato al teatro sperimentale e alle compagnie di tradizione dei linguaggi locali (anche per salvaguardare un po' di più il Teatro Cilea). Il Foyer del Teatro Cilea dovrebbe essere finalmente attrezzato e migliorato per realizzare eventi di un certo rilievo. Pensiamo anche al recupero del Teatro Siracusa e all’Hotel Miramare che, nel suo “Salone degli Specchi”, ha ospitato eventi memorabili con Premi Nobel per la letteratura. Certo, non sarebbe male cominciare a ripensare la destinazione del Liceo Statale Gulli e dell’Istituto Piria con finalità culturali o alberghiere e, soprattutto, l’attrezzaggio del Lungomare con simboli visitabili del “viaggio” dell’Ulissismo.

Il Rhegium Julii ha una lunga e prestigiosa storia ricca di iniziative culturali che hanno animato la vita della città. Quali sono, a suo parere, le eredità più importanti di questa storia che il circolo può mettere a frutto oggi, in chiave innovativa, per contribuire allo sviluppo culturale di Reggio Calabria?

La presenza a Reggio Calabria di Premi Nobel per la Letteratura come Josif Brodskij, Derek Walcott, Toni Morrison, Seamus Heaney, Rita Levi Montalcini, ma anche di figure straordinarie come Raphael Alberti, Alirio Diaz, Adonis, Tahar Ben Jelloun, Atahualpa Yupanqui, Mario Luzi, Alda Merini, Piero Bigongiari, Yves Bonnefoy, Augusto Del Noce e, più recentemente, Aldo Cazzullo, Beppe Severgnini, Paolo Mieli, Claudio Magris, Andrea Riccardi, ha elevato la qualità del dialogo con la città e, soprattutto, con le nuove generazioni. Il primo aspetto positivo è stato l’impatto sui giovani, che si sono appassionati al mondo del pensiero e hanno trovato nuovi stimoli per alimentare l’educazione al dubbio e il senso etico ed estetico. La credibilità conquistata consente oggi di lavorare per coinvolgere tanti intellettuali in questo nuovo progetto, a partire da Andrea Riccardi, recente vincitore del Premio Internazionale Rhegium Julii, che guiderà la commissione insediata dal sindaco per il riconoscimento di Reggio Calabria come Capitale della Cultura 2027. Noi lavoreremo perché tutto questo si realizzi al massimo livello.

Indipendentemente dall’esito della candidatura, il futuro culturale di Reggio Calabria necessita di una programmazione a lungo termine. Quali sono, secondo lei, le priorità su cui investire per rendere la cultura un motore di sviluppo? E come si può coinvolgere attivamente le nuove generazioni in questo processo?

Abbiamo già evidenziato come l’obiettivo di Reggio Calabria Capitale della Cultura 2027 si possa conquistare solo se, tra i diversi strati sociali, culturali e produttivi della società, non solo locale, si realizza una grande convergenza e unità d’intenti. Università, istituzioni culturali, associazionismo, mondo della scuola e mondo del lavoro devono sentirsi protagonisti e coinvolti in un evento di tale portata. Consideriamo interessante promuovere anche una collaborazione con la città di Messina (perché è suggestiva l’idea della conurbazione con l’immagine di Scilla e Cariddi), con le altre città calabresi e con la classe parlamentare nazionale ed europea, indipendentemente dalle diverse appartenenze ideologiche. La scuola potrebbe giocare un ruolo decisivo nel coinvolgimento dei più giovani, attivando progetti di cambiamento e approfondimento.



Un elemento distintivo, però, può derivare dalla qualità delle scelte programmatiche. Dobbiamo essere capaci di tracciare una via chiara, di tradurre la cultura in azione e testimonianza. Reggio è una città di pace e accoglienza, ama la cultura perché ha molti stimoli culturali. Bisogna puntare su una visione alta, che abbia un respiro futuro e che esprima un’esigenza di storicizzazione. Il viaggio, appunto: una città in movimento. Se tutto questo si realizza, la battaglia è vinta.

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