Avvenire di Calabria

Nel 2018, sono quindicimila le richieste d’aiuto pervenute alla Caritas diocesana locale. Oltre il 50% provengono da famiglie italiane: non arrivano neanche a metà del mese

Reggio Calabria, l’8% della popolazione è povera

Redazione Web

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Quasi il 10% della popolazione reggina «soffre» di povertà assoluta, a tal punto da chiedere per sé e per i propri cari dei beni di prima utilità.

Questo è uno degli spunti offerti dai dati del Centro d’ascolto “Monsignor Giovanni Ferro” della Caritas diocesana di Reggio Calabia – Bova rispetto alle richieste di aiuto arrivate nell’ultimo anno. Analizzando il dato numerico si evidenzia come le richieste d’aiuto sono state ben quindicimila di cui oltre il 50% (8.205) sono italiani.

Aumenta, quindi, il dato della povertà assoluta, ma da par suo la Caritas diocesana sta provando a potenziare i propri servizi. Dopo tante battaglie, infatti, finalmente anche a Reggio Calabria si è realizzata la via fittizia per i senza dimora: sarà chiamata «via Filemon», dal nome del primo bambino nato a Casa Anawim che dalla Caritas diocesana trae spunto ideale e operativo.

Casa Anawim sorge in un bene sequestrato e concesso in comodato d’uso alla diocesi di Reggio Calabria–Bova. Un ordinario appartamento, in un condominio nei pressi della stazione centrale di Reggio. Questa abitazione, un tempo centro di aggregazione criminosa nel quale si operava gioco d’azzardo, oggi è divenuto luogo di speranza e gioia di vivere. Un luogo di accoglienza, con la fatica nelle gambe e l’amore nel cuore, con le preoccupazioni delle vita e la gioia della condivisione, le difficoltà adolescenziali e la bellezza di sognare.

Una battaglia andata avanti 3 anni, un’istituzione quasi subito approvata dal consiglio comunale e che però, per molto tempo, è rimasta invischiata nelle lungaggini della burocrazia. Ma cos’è una via fittizia? È un indirizzo, che non corrisponde ad alcun luogo fisico ed è pertanto fittizio, che serve a chi non ha una casa per eleggere domicilio, ricevere comunicazioni e corrispondenza, sbrigare pratiche burocratiche. Un presidio di civiltà già presente in moltissime città italiane e, grazie all’impegno dei volontari dell’arcidiocesi, da oggi anche a Reggio Calabria.

Da questa settimana, dunque, anche i senza fissa dimora della città dello Stretto potranno accedere a diritti che spettano loro per legge: il nostro ordinamento prevede infatti la possibilità per la persona senza dimora di stabilire la residenza nel luogo del proprio domicilio ovvero nel Comune in cui la persona vive di fatto e, in mancanza di questo, nel Comune di nascita o in una residenza fittizia territorialmente non esistente ma equivalente in valore giuridico. La via fittizia consente di fare richiesta di documenti come carta di identità, tessera sanitaria, permesso di soggiorno, fine pena, rinnovo del permesso di soggiorno.

I volontari reggini sono disponibili nell’help Center “Casa Di Lena” e si occuperanno di fornire assistenza burocratica e far diventare «via Filemon» la “casa” dei diritti dei senzatetto.

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