
Pallottole vicino alla Procura di Reggio Calabria, indagini in corso
Per gli inquirenti ci potrebbe essere lo zampino della ‘ndrangheta che tornerebbe a intimidire la magistratura.
«In questo momento è difficile capire cosa ci riserva il futuro. I numeri della pandemia iniziano a fare meno paura, certo, ma è ancora presto per considerare l’emergenza sanitaria ormai alle spalle». È quanto ha motivo di ritenere Claudio Aloisio, imprenditore reggino e presidente di Confesercenti Reggio Calabria.
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Per Aloisio, però, c’è da affrontare un’altra emergenza, ancora «più virulenta e contagiosa»: quella economica che, a suo dire, «continua a contagiare il tessuto economico, commerciale e produttivo». Ecco l'intervista a Claudio Aloisio.
Fino a qualche giorno fa eravamo all’interno di una “tempesta perfetta”: le restrizioni dovute al covid, il devastante calo dei consumi, l’aumento esorbitante dei costi dell’energia e la ripartenza in grande stile della macchina tributaria, avevano creato una situazione insostenibile. Ma a questo quadro sconfortante si è aggiunto il conflitto tra Russia e Ucraina, una guerra alle porte dell’Europa la quale, con tutte le conseguenze economiche e sociali che sta generando, ha tramutato la tempesta in un catastrofico tsunami.
In questa cornice pensare al futuro, allo sviluppo, sembrerebbe non solo pleonastico ma anche inutile. La cosa più sbagliata, però, sarebbe arrendersi, farsi travolgere da queste immense onde senza nemmeno lottare per rimanere a galla.
Aldilà di ogni cosa, dobbiamo finalmente prendere coscienza che il nostro territorio ha tutto per essere una sorta di paradiso: è situato al centro del Mediterraneo, una posizione strategica fondamentale per avviare concrete azioni geopolitiche di sviluppo economico e culturale in un’area dalle immense potenzialità. Ha un clima mite e temperato, 220 chilometri di coste stupende, una storia millenaria ricca di tradizioni affascinanti e possiede tesori archeologici e artistici dal valore inestimabile. È tra i pochi luoghi al mondo in cui, partendo dalla costa, si arriva in alta montagna in poco più di mezz’ora e, pur trovandosi nella punta dello stivale, è di facile accesso grazie alla presenza dell’aeroporto, del porto, della ferrovia e dell’autostrada. È una terra generosa dove crescono frutti preziosi tra cui un tesoro della natura come il bergamotto ed ha una produzione enogastronomica d’eccellenza che esporta in tutto il mondo. È, infine, una delle quattordici Città Metropolitane italiane con quel che ne consegue in termini di opportunità.
Se vogliamo uscire dal gigantesco pantano in cui ci troviamo sono questi i presupposti sui quali far riferimento: le ricchezze, ad oggi non sfruttate, che possediamo. Dobbiamo essere in grado, partendo da esse, di creare volani di crescita concreti e sostenibili valorizzando, senza snaturarle, le nostre straordinarie peculiarità. Per raggiungere tale obiettivo è indispensabile la realizzazione di un patto trasversale tra politica e società civile così da convogliare e coinvolgere energie e competenze atte a redigere un piano di sviluppo, realistico e percorribile, che tenga conto di tutte le innumerevoli variabili insite in una tale, ambiziosa operazione.
Possediamo diverse “munizioni” da utilizzare in questa battaglia per la sopravvivenza e la crescita del nostro territorio, in primis le ingenti risorse che arriveranno con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Inoltre siamo una città di rango metropolitano con tutto ciò che ne consegue in termini di opportunità e risorse economiche disponibili come, ad esempio, il Pon Metro.
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Continuiamo ad essere tra le regioni europee meno sviluppate, agevolati, perciò, nella fruizione dei fondi comunitari e destinatari di interventi dedicati. Abbiamo uno strumento come il Decreto Reggio che ci consente una grande flessibilità di azione potendo spaziare in diversi campi.
È vero. Sta a noi adesso, però, non disperdere queste opportunità che ci possono consentire di cambiare davvero il volto della nostra terra essendo coscienti, però, che è l’ultima occasione per farlo. Se perdiamo questo treno, difficilmente ne vedremo passare un altro.
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