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Rohingya: Medici senza frontiere, a sei anni dall’esodo di massa oltre 700.000 persone in Bangladesh colpite da colera, febbre dengue e scabbia

di Redazione Web

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A sei anni dall’esodo di massa di oltre 700.000 Rohingya in Bangladesh, in fuga da una violenta operazione di sgombero per mano dell’esercito del Myanmar, i bisogni sanitari nel campo rifugiati più grande al mondo rimangono enormi e gli aiuti umanitari sono insufficienti. È quanto denuncia oggi in un comunicato Medici senza frontiere che in questi anni ha registrato “un peggioramento delle condizioni di salute della popolazione Rohingya, a causa delle pessime condizioni di vita a cui sono costretti.

Circa un milione di persone si ritrova ancora oggi a vivere “in condizioni di sovraffollamento, in strutture non permanenti ed esposte ad incendi e a disastri naturali, senza la possibilità di spostarsi in aree più sicure e costruire abitazioni. All’inizio di quest’anno Msf ha registrato il più alto aumento settimanale di pazienti affetti da colera dal 2017, mentre nel 2022 i casi di febbre dengue sono aumentati di dieci volte rispetto all’anno precedente. Il 40% delle persone che vivono nei campi ha la scabbia, un valore ben al di sopra della soglia del 10% raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per avviare una somministrazione di massa di farmaci. A seguito dell’epidemia di scabbia e della chiusura di diversi centri sanitari per mancanza di fondi, nel corso del 2022 l’afflusso di pazienti in uno degli ospedali di Msf, costruito nel 2017 in due mesi in cima a una collina del campo di Kutupalong, è aumentato del 50%. Msf chiede “lo stanziamento di più fondi internazionali per fornire alla popolazione Rohingya l’assistenza umanitaria necessaria”.

“La capacità di Msf di far fronte agli enormi bisogni medici della popolazione è quasi al limite in diverse aree”, si legge nel comunicato. “L’aumento del numero di visite mediche sta mettendo sotto pressione il personale, la gestione dei letti d’ospedale e le forniture di farmaci. Per far fronte a questa emergenza, i team di Msf sono costretti a indirizzare i casi meno urgenti ad altre strutture sanitarie e, in previsione di un periodo in cui i bisogni medici aumenteranno, Msf ha installato nuovi posti letto nell’ospedale pediatrico. Tuttavia, le équipe di Msf temono che anche a breve termine, con l’arrivo della stagione in cui si registra un maggior numero di pazienti, l’aumento dei posti letto non sarà sufficiente a coprire tutti i bisogni medici. “Quest’ultima epidemia di scabbia dovrebbe essere una dimostrazione sufficiente ai governi internazionali per lavorare con maggiore urgenza e determinazione verso soluzioni durature. Ma purtroppo non è stato così”, conclude Arunn Jegan, capomissione di Msf in Bangladesh.

Fonte: Agensir

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