Avvenire di Calabria

Fissate le date per l’ordinazione, il 13 maggio a Squillace, e per l’ingresso in diocesi previsto il 12 giugno

Rossano, don Maurizio Aloise: «Già sento il vostro sostegno»

Redazione Web

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di Antonio Capano * - La Chiesa di Rossano Cariati ha da sabato un nuovo arcivescovo. È don Maurizio Aloise, del clero dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, finora pro-vicario generale della stessa Chiesa particolare. L’annuncio è stato dato sabato a mezzogiorno, in contemporanea dalla Sala Stampa vaticana, nella Cattedrale a Rossano dall’amministratore apostolico e arcivescovo di Bari-Bitonto, Giuseppe Satriano, collegato via web dall’ospedaledi Acquaviva delle Fonti, dove è ricoverato per aver contratto il Covid, e a Catanzaro dall’arcivescovo Vincenzo Bertolone nella Basilica dell’Immacolata.

Il nuovo presule, 52 anni, è originario di Catanzaro. Conseguito il diploma presso l’Istituto d’arte, è entrato nel Seminario diocesano. Ha studiato all’Istituto teologico calabro, ottenendo il baccellierato. Dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta il 18 novembre 1995, ha approfondito gli studi di morale sociale e poi quelli di mariologia al Marianum. Membro di molti organismi diocesani, è stato direttore dell’Ufficio vocazioni, svolgendo al contempo la sua intensa attività pastorale in diverse comunità parrocchiali: San Nicola Vescovo a Gagliato, Santa Maria della Pietra a Chiaravalle Centrale, Santa Maria Assunta a Zagarise, San Nicola di Bari a Cardinale, Santa Maria delle Nevi a Girifalco. È lui nel 1997 a coordinare l’accoglienza dei profughi curdi sbarcati sulle coste di Soverato. Vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro, ad oggi parroco di Santa Domenica e rettore del frequentatissimo Santuario diocesano Santa Maria delle Grazie a Torre di Ruggiero.

Così scrive il nuovo pastore di Rossano-Cariati nel messaggio inviato alla diocesi: «Sorelle e fratelli tutti, venendo tra voi, come viandante, sono sicuro di trovare una comunità che mi sosterrà e nella quale ci aiuteremo a vicenda per continuare ad andare avanti, soprattutto in questo tempo di pandemia, che sta fiaccando la nostra resistenza! Già mi sento in mezzo a voi… Abbiamo tutti la fortuna provvidenziale di abitare una terra assai rinomata sul piano storico, culturale e religioso, anche a motivo del Codex Purpureus, evangelario greco miniato del secolo VI, conservato nel Museo diocesano, che è un mirabile monumento di sintesi dei due polmoni, orientale e occidentale, della Chiesa cattolica». E rimanendo sul tema auspica l’attenzione alla «confinante eparchia greca di Lungro, perla bizantina in Calabria», che «potrà significare certamente per noi un’ottima spinta anche in questa prospettiva del dialogo ecumenico».

Ribadisce, a seguire, l’intento di «mantenere e curare un rapporto di paternità con tutti voi; con i presbiteri, in particolare, e con il mondo laicale in generale, la cui collaborazione è fondamentale per un progetto pastorale rispondente alle nuove esigenze della storia e della cultura di oggi». «Raduniamoci idealmente – conclude – insieme davanti all’antica icona bizantina dell’Achiropita risalente all’VIII secolo, a cui la città e l’arcidiocesi sono legate da plurimillenaria devozione». Fissate le date per l’ordinazione, il 13 maggio a Squillace, e per l’ingresso in diocesi previsto il 12 giugno.

* Avvenire

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