Formazione: Roma, il 14 novembre la conferenza “Lo sviluppo della Filiera professionale e il modello 4+2”
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“Si chiude la porta santa, ma entri San Francesco nella porta che è il nostro cuore! Lasciamo entrare la sua testimonianza; riconosciamo che abbiamo bisogno di Francesco: per la nostra vita, per la Chiesa, per questo nostro mondo”. È stato questo l’invito rivolto da mons. Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ai tanti fedeli che nella mattina di oggi hanno partecipato, al santuario della Verna, alla messa solenne nella festa del patrono d’Italia. Festa che ha segnato l’ultimo atto dell’ottavo centenario delle stimmate del Poverello d’Assisi: la chiusura della porta santa della cappella che custodisce la memoria di quell’evento prodigioso, che rese Francesco quasi un altro Cristo.
Il rito della chiusura è stato compiuto – alla presenza di numerose autorità civili e militari, a partire dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e del sindaco di Chiusi della Verna, Gianpaolo Tellini – e di tanti fedeli, nell’ambito della quotidiana processione che da secoli i frati compiono alle 15 per commemorare la passione del Signore e le ferite di Francesco.
Mons. Migliavacca, seguito dal guardiano della Verna, fra Guido Fineschi, da una rappresentanza di frati, da una religiosa, da un terziario francescano e da due rappresentanti dei pellegrini che in questo anno hanno attraversato la porta santa, hanno innalzato ciascuno una preghiera di ringraziamento per i frutti e i doni di questo centenario. Poi, al canto del Te Deum, il vescovo ha chiuso la porta santa e l’ha incensata. La processione è proseguita verso il quadrante del santuario da dove il vescovo ha benedetto il mondo con la reliquia del sangue del Poverello stimmatizzato.
Al termine della messa mons. Migliavacca ha anche preannunciato che nell’anno giubilare 2025 la basilica della Verna sarà uno dei luoghi santi della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. E ha invitato tutti a custodire la memoria di questo ottavo centenario e a comprendere fino in fondo il senso di chiudere una porta santa: “Significa, prima di tutto, consegnare l’esperienza di questo anno e il passaggio di tanti pellegrini da quella porta, alla memoria. Non al nostro ricordo, ma – ha puntualizzato –, in senso biblico e teologico, a una realtà che rimane viva e attuale, che custodisce e ancora dona tutte le espressioni di grazia che questa esperienza porta”.
La festa di San Francesco è stata infine l’occasione per rinnovare la preghiera per la pace, soprattutto in Ucraina e nel martoriato Medioriente dove proprio in questi giorni la reliquia conservata a La Verna avrebbe dovuto arrivare pellegrina. Intanto a Firenze, dal 21 ottobre al 3 novembre, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, insieme al Comune di Firenze e a Mus.E, sarà allestito un prodotto multimediale immersivo realizzato dal Francesco Cacchiani, dal titolo “L’ultimo sigillo. San Francesco, il monte della Verna e la città di Firenze”.
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