
Reggio Calabria, una targa per ricordare le vittime innocenti della mafia
In Piazza San Marco, scuole, istituzioni e associazioni insieme per un momento di riflessione e partecipazione civile.
Nel 40° anniversario della sua morte, San Luca ha reso omaggio al Brigadiere Carmine Tripodi, Medaglia d’Oro al Valor Militare, con una cerimonia commemorativa che ha visto la partecipazione delle autorità civili, militari e giudiziarie. Il sottufficiale dell’Arma, assassinato nel 1985 mentre contrastava i sequestri di persona nell’Aspromonte, è stato ricordato con una deposizione di corone e una Messa celebrata dal vescovo Francesco Oliva.
Questa mattina, alle 10:30, presso la località Ponte Cucuzza di San Luca, si è tenuta la commemorazione del Brigadiere Carmine Tripodi, Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la resa degli onori e la deposizione di una corona presso il monumento a lui dedicato.
Alle 11:00, nella Chiesa Santa Maria della Pietà di San Luca, è stata celebrata una funzione religiosa officiata da monsignor Francesco Oliva, vescovo della diocesi di Locri-Gerace, e dal cappellano militare don Aldo Ripepi. Alla celebrazione erano presenti autorità civili, militari e giudiziarie del distretto reggino e del circondario di Locri. A seguire, alle 11:45, un’ulteriore deposizione di una corona ha avuto luogo presso il monumento “Brig. M.O.V.M. Carmine Tripodi”, situato nell’omonima piazza di San Luca.
Carmine Tripodi, nato a Torre Orsaia (SA) il 14 maggio 1960, si arruolò nell’Arma dei Carabinieri il 14 luglio 1977. Dopo aver prestato servizio alla Compagnia di Bianco e alla Squadriglia Carabinieri di Motticella, dall’8 gennaio 1982 assunse il comando della Stazione Carabinieri di San Luca.
PER APPROFONDIRE: Aspromonte, alleanza per la natura: Carabinieri e Parco insieme per difendere legalità e biodiversità
Il suo impegno fu determinante nella lotta ai sequestri di persona, piaga che affliggeva l’Aspromonte in quegli anni. Grazie alla sua determinazione e professionalità, riuscì a smantellare una banda di rapitori e a liberare Carlo De Feo, ingegnere napoletano tenuto prigioniero per 395 giorni.
La sera del 6 febbraio 1985, mentre si dirigeva in auto verso la Caserma dei Carabinieri di Bianco, il Brigadiere Tripodi fu vittima di un agguato in località Cucuzza di San Luca. Tre malviventi bloccarono la sua vettura e aprirono il fuoco con colpi di lupara, uccidendolo. Nonostante le ferite mortali, Tripodi reagì con coraggio, riuscendo a esplodere alcuni colpi con la sua pistola di ordinanza e a ferire uno degli assalitori prima di accasciarsi senza vita nell’auto.
Per il suo eroico sacrificio, il 5 giugno 1986, in occasione della Festa dell’Arma dei Carabinieri a Roma, il Presidente della Repubblica gli conferì alla memoria la Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione: «Comandante di Stazione distaccata, già distintosi in precedenti operazioni di servizio contro agguerrite cosche mafiose, conduceva prolungate, complesse e rischiose indagini che portavano all’arresto di numerosi temibili associati ad organizzazioni criminose, responsabili di gravissimi delitti. Fatto segno a colpi di fucile da parte di almeno tre malviventi, sebbene mortalmente ferito, trovava la forza di reagire al proditorio agguato riuscendo a colpirne uno, dileguatosi poi con i complici. Esempio di elette virtù militari e di dedizione al servizio spinto fino al sacrificio della vita».
A quarant’anni dall’eccidio, il nome di Carmine Tripodi continua a essere simbolo di coraggio, legalità e fedeltà allo Stato. La sua memoria è ancora viva nella comunità e nell’Arma dei Carabinieri, che oggi lo ha onorato con una commemorazione solenne, rinnovando l’impegno a difesa della giustizia e della sicurezza del territorio.
In Piazza San Marco, scuole, istituzioni e associazioni insieme per un momento di riflessione e partecipazione civile.
L’assessore alla Cultura ha incontrato gli editori calabresi per definire le iniziative culturali e promuovere il patrimonio letterario regionale.
In un mercato sempre più flessibile, i giovani calabresi possono trasformare le difficoltà in occasioni di crescita: ecco come fare.