Avvenire di Calabria

Michele, Enzo e Giovanni sono stati a Moramanga assieme a don Claudio Roberti

Seminaristi in Madagascar, un viaggio «a vele spiegate»

Redazione Web

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"Mahereza" (che si pronuncia mai resa) . Sembra una parola italiana, mai arrendersi, mai mollare. In lingua malgascia significa coraggio. Il coraggio di partire, il coraggio di mettersi in gioco in un posto lontano da casa, lontano da tutti e da tutto. Mahereza, coraggio, il coraggio dei tanti missionari che hanno speso la loro vita in Africa per l'annunzio del Vangelo, per testimoniare che Gesù Cristo è l'unico che da senso alla propria vita. Siamo Michele, Enzo e Giovanni, tre seminaristi partiti da Reggio Calabria lo scorso 8 luglio, destinazione Moramanga, Madagascar. Come ogni anno il nostro seminario reggino, offre diverse esperienze caritative e formative da vivere durante il periodo estivo. Il viaggio in Madagascar, per il secondo anno consecutivo, segna una tappa forte e bella nella vita dei seminaristi, esperienza questa che da loro la possibilità di "allargare i propri orizzonti", aprirsi all'altro, così com'è, partendo dalla sua semplice umanità, scoprire la sua cultura, le sue tradizioni. Una scoperta delle radici comuni del cristianesimo, che si fondano nella comune appartenenza all'unico Padre e nella speranza nell'unico Figlio Gesù. Arricchente è per noi, giovani in cammino verso il sacerdozio, la testimonianza autentica e disinteressata dei missionari italiani che ci accolgono in Madagascar. Tra loro Don Claudio Roberti, presbitero della chiesa di Reggio Calabria, che da più di trent'anni vive il suo sacerdozio a servizio della chiesa malgascia. Da loro apprendiamo che annunciare il Vangelo non è altro che lasciar parlare la propria vita, il proprio essere, ancor più che con le parole, soprattutto quando si parlano lingue differenti. Abbiamo sperimentato che ciò che unisce popoli diversi, è l'umanità che desiderosa di cercare Dio, si apre alle relazioni umane così com'è, con la sua semplicità, la sua povertà e la sua ricchezza. In Madagascar abbiamo sperimentato la difficoltà dell'annuncio missionario, la difficoltà di attraversare la foresta per andare a trovare un villaggio di poche anime, ma desiderose di ascoltare la voce del sacerdote che annunzia Gesù, la precarietà del viaggio in camion, l'alloggio spartano, la carenza di acqua corrente ecc. Ma difronte a queste difficoltà sono proprio i sorrisi dei bambini, la semplicità della gente del villaggio, la spontaneità di tutti a far capire a noi lo scopo ultimo del nostro essere li: riscopre l'essenzialità della vita e quindi della fede, come ricerca di Dio nella quotidianità. Grati a chi ci ha permesso di poter vivere questa esperienza, ci lasciamo condurre ancora nel nostro viaggio da Colui che "è fedele sempre alle sue promesse", col coraggio, ora, di saper tornare alla ferialità della vita, ma con negli occhi e nel cuore la voglia sempre più ardente di essere missionari per la nostra gente di Calabria. Mahereza, Coraggio.

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