
Corpus Domini, domani messa e processione a Reggio Calabria
Domani l’arcivescovo Morrone presiederà la Santa Messa in Cattedrale alle 18 prima della processione del Santissimo Sacramento per le vie del centro cittadino.
Storie di 8xmille, Brancaleone, periferia amata. In un luogo distante dai centri d’interesse c’è un prete giovane che sta costruendo una comunità coesa tra mille difficoltà. E i fedeli rispondono.
Ci vuole circa un’ora in auto per percorrere il tratto della statale 106 che separa il capoluogo di provincia da questa periferia incastonata nella Locride. Brancaleone, cittadina affacciata sul mar Jonio, vive questa dualità: da una parte l’appartenenza alla diocesi reggina, dall’altra la prossimità alla diocesi di Locri– Gerace. Nei fatti la lontananza da tutto o quasi, che negli anni ha depauperato questo territorio, soprattutto delle sue risorse più giovani.
Ma Dio non si è dimenticato di questi figli amati, voluti, creati esattamente cosi come sono e inseriti esattamente in questa storia, carica di oggettive difficoltà a spostarsi, a trovare un lavoro, a curarsi. Ha dato una Chiesa, avamposto di accoglienza, e insieme a essa ha dato anche dei sacerdoti.
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Nella parrocchia di Maria Santissima Annunziata è arrivato don Ivan Iacopino, che si è rimboccato da subito le maniche per far sentire l’amore di Dio alla gente più sfiduciata. Lo ha fatto con un gruppo di laici volenterosi, i quali hanno contribuito a creare una comunione speciale.
«Ancora c’è tanto da lavorare – ridimensiona don Ivan – però sistemata la facciata, le aiuole, le balaustre che delimitano la piazza, l’aspetto è notevolmente migliorato». Si vede l’opera di Dio, orientata alla bellezza. Ma si vede soprattutto ascoltando le persone, le storie, cariche di umanità, di sofferenza. Segnate dalla coscienza che esiste un Padre nel cielo, che provvede sempre. E che ha dato loro una comunità a cui fare riferimento, per esigenze materiali e spirituali. Entrando rimaniamo colpiti da questi volti, illuminati da una luce singolare ome il modo di approcciarsi. Più intimo: è una caratteristica di tutte le relazioni che si sviluppano nei paesi.
Dal coro al gruppo famiglie, dai giovani agli anziani, tutti credono nella forza della preghiera, che fa da contrasto alla secolarizzazione del mondo, alla paura della morte, in anni arrivata prepotentemente alla ribalta a causa del coronavirus. Vittoria e Lillo sono responsabili della pastorale familiare: «Ci siamo accorti che il catechismo serviva più agli adulti che ai bambini» racconta Vittoria. Per Lillo «Se l’esempio non parte dai genitori la nostra predicazione non attecchisce come dovrebbe». Per loro che hanno rischiato di perdere la figlia Angela all’età di 15 anni in un incidente in motorino, Dio è stato un’ancora di salvezza. E lo testimoniano alle coppie giovani, con figli piccoli.
Lina è la rappresentante del coro che anima le liturgie. Manuel suona l’organo e il coro fa le prove durante l’intervista: «Ci serve per pregare, insieme» dice Lina. Alisia invece è una giovanissima catechista di appena 17 anni: «Ai bambini spieghiamo le scritture attraverso il gioco». Tutto intorno è pieno di disegni e murales alle pareti, realizzati dai bimbi.
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Piccoli e grandi crescono insieme, come racconta Mariateresa animatrice del gruppo di terza media: «Hanno tanti interessi, difficile catturare la loro attenzione». Ma lei quest’anno li porterà a visitare una C casa per anziani, perché l’esperienza di servizio aiuta a «mettersi in gioco e amare gli altri». Angela porta la comunione agli anziani a casa: «Vogliono essere ascoltati e ci raccontano di tutto». Sulla panchina all’esterno c’è il gruppo dei giovani. Quella panchina è il ritrovo con don Ivan e Giusy, rappresentante del gruppo, spiega che «si sta insieme per condividere le vite, dalla tavola alle esperienze che ci capitano».
Anche Domenico ci spiega che Dio, a vent’anni, ti illumina sulle cose che ti succedono, «per aiutarti a migliorare o per starci in certe situazioni». Con Anna ci spostiamo nella chiesetta della Madonna dei poveri, adiacente alla parrocchia. C’è l’adorazione eucaristica e il silenzio è interrotto soltanto dalle urla dei ragazzi che giocano a pallone nel parcheggio. «Da piccolini venivamo qui a pregare e continuiamo a farlo, perché senza siamo persi nelle cose di ogni giorno». Una verità inconfutabile, che chi – come tutte queste persone – ha incontrato l’amore di Dio, non può non testimoniare.
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